In una teorica scala di valori, probabilmente i cittadini italiani sono molto più preoccupati per l’ennesima ondata di calore (la 3°? la 4°? la 5°?) in quella che sarà ricordata come una delle estate più calde che si ricordi (aspettando quella dell’anno prossimo….) rispetto alla crisi diplomatica di Taiwan (anche se una sua eventuale escalation potrebbe avere conseguenze militari molto gravi e al momento imprevedibili) . O anche dell’andamento dell’inflazione, vera tassa sui salari, piuttosto che della guerra in Ucraina, ormai quasi “derubricata” a fatto secondario, come uno dei tanti e continui conflitti tipici dell’Africa subsahariana.
Eppure le vicende geopolitiche che stanno tenendo in apprensione le diplomazie internazionali potrebbero davvero cambiare gli equilibri mondiali e, con loro, portare a un “mondo nuovo”, o per lo meno diverso da quello che conosciamo.
Da un punto di vista prettamente economico, il peso di Taiwan è ben diverso da quello dell’Ucraina: basti pensare che il governatorato cinese (perché di questo, da un punto di vista diplomatico, si tratta e non di uno Stato dotato di piena autonomia) è il 9° partner commerciale degli Usa, mentre l’Ucraina occupa la 67° posizione. Nel 2020, anno horribilis per l’economia mondiale, quella di Taipei è stata una delle poche che hanno fatto registrare una crescita (+ 2,9%), mentre nel 2021 il PIL è cresciuto del 6,5%. La visita della speaker della Camera Usa, per quanto sia stata brevissima, ha causato una fortissima irritazione da parte del Governo cinese, che ha praticamente “messo i sigilli” all’isola, avviando delle esercitazioni militari mai viste prima, che stanno creando non poche difficoltà al traffico navale e aereo, bloccando, di fatto, l’export (che potrebbe portare ad ulteriori rallentamenti nella “supply chain” dei semiconduttori, di cui Taiwan, come noto, è il principale produttore al mondo).
Nel suo “piccolo”, l’invasione dell’Ucraina, pur, come detto, apparentemente quasi diventato un evento molto lontano da noi (credo che sotto gli ombrelloni non siano tra i principali argomenti di discussione), qualche problema, da un punto di vista economico prima ancora che diplomatico, lo sta creando. Basti pensare all’inflazione (certamente non ne è l’unica causa, ma sena dubbio il suo contributo è notevole): ieri l’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ha reso noto che il livello raggiunto a giugno (10,3%) è il più alto dal 1988 ad oggi, superando il 9,7% di maggio. Nell’area Euro si è toccato l’8,6% contro l’8,1% di maggio (Italia all’8% contro il 6,8% di maggio).
Per non parlare delle forniture energetiche, ambito in cui, peraltro, il nostro Paese, grazie alla diversificazione degli approvvigionamenti avviata nei mesi scorsi, si sta comportando meglio di molti partner europei, se è vero che le riserve di gas, in vista della stagione invernale, hanno raggiunto il 74% della capacità di stoccaggio, uno dei maggiori a livello europeo (la Germania è al 69%, l’Olanda al 69%, la Francia al 71%), con l’obiettivo di arrivare almeno al 90%.
Intanto, però, continuano a crescere gli stanziamenti statali per combattere il caro energia che ha praticamente portato, negli ultimi 12 mesi, a raddoppiare la bolletta di luce e gas. Almeno 5 dei 14,3MD del Decreto Aiuti approvato di recente saranno, infatti, dedicati ad aiutare le famiglie (sono circa 2 MD in più di quanto sino ad oggi il Governo aveva trimestralmente stanziato). Altri 2,5MD, che potrebbero diventare 4, andranno al sostegno dei redditi più poveri da qui alla fine dell’anno. Bastano questi pochi numeri per spiegare perché il nostro Paese non può assolutamente fare a meno del PNRR e permettersi di fallire i target previsti. E capire perché “l’agenda Draghi” (come è stata definita l’attività del Presidente del Consiglio ancora in carica) è il “convitato di pietra” della campagna elettorale.
Dopo i nuovi rialzi di ieri sera a Wall Street, con il Nasdaq che si è portato ai massimi da maggio, reazione positiva da parte dei listini asiatici: Nikkei + 0,69%, Shanghai + 0,59%, Hong Kong + 1,73%. Fa eccezione, come prevedibile, Taiwan, che cede l’1,5%.
Futures USA appena negativi, mentre evidenziano un rialzo quelli europei.
Cerca un recupero il petrolio dopo l’ennesima caduta di ieri (WTI a $ 90,89).
Gas naturale Usa di nuovo sopra i $ 8 (8,284).
Oro sempre intorno ai $ 1.780.
Spread a 211 bp, con il BTP in area 2,90%.
Treasury Usa a 2,71%.
€/$ a 1,017, sui livelli di ieri.
Bitcoin appena sotto i $ 23.000
Ps: i ricercatori dell’Università di Yale pare abbiano fatto una scoperta che, se fosse vera, potrebbe davvero avere conseguenze imprevedibili sul futuro dell’uomo. Pur essendo ancora in una fase assolutamente sperimentale, sembrerebbe che abbiano individuato come “ridare vita” a cellule morte (tra cui anche quelle del cuore) di maiali. Gli esperimenti effettuati, infatti, hanno permesso di ripristinare alcune funzioni cellulari ad 1 ora dalla morte. Sarebbe incredibile che anche il concetto di morte diventasse relativo….
Ps2: per un paio di settimane il nostro aggiornamento quotidiano se prende una pausa (sperando che non accadano eventi tali da rendere necessario un approfondimento).