
INPS, se non invii questo documento perdi fino a 3 mesi - Economiafinanzaonline.it
Se non presenti questo documento all’INPS rischi di perdere fino a tre mesi di pensione: come evitare guai e mettersi in regola.
Il mondo delle pensioni italiane è già complesso di per sé, e si arricchisce di nuove sfide per i lavoratori che si avvicinano al momento del ritiro.
Con l’avvicinarsi della scadenza del 1° maggio, i soggetti interessati alla pensione di quota 97,6 devono prestare particolare attenzione per evitare di incorrere in pesanti penalizzazioni. Questo articolo chiarisce questa misura, i requisiti necessari e le conseguenze di un eventuale ritardo nella presentazione della domanda.
Perdi 3 mesi di pensione se non mandi questo all’INPS
La pensione di quota 97,6 è una forma di pensionamento anticipato destinata a lavoratori che svolgono attività considerate usuranti. La definizione di usurante fa riferimento a lavori particolarmente gravosi, che richiedono uno sforzo fisico e mentale e possono compromettere la salute del lavoratore. La legge che regola questa misura è il Decreto Legislativo numero 67/2011, che ha identificato specifiche categorie di lavoratori aventi diritto a questa prestazione.
Per avere accesso alla pensione di quota 97,6, i richiedenti devono sommare la loro età anagrafica con gli anni di contributi versati, raggiungendo il punteggio di 97,6. Questo punteggio è composto da 61 anni e 7 mesi di età e almeno 35 anni di contributi. È fondamentale che il lavoro svolto nelle attività usuranti sia stato effettuato per almeno la metà della propria vita lavorativa, oppure per 7 degli ultimi 10 anni di carriera. Le attività considerate usuranti sono molteplici e comprendono:
- Lavori svolti in galleria, cava o miniera, e in generale attività in ambienti sotterranei.
- Prestazioni lavorative in altiforni e simili, con esposizione continua a temperature elevate.
- Lavori in cassoni ad aria compressa.
- Attività di palombaro e lavorazione del vetro cavo.
- Lavori di rimozione e smaltimento dell’amianto.
- Attività in spazi ristretti e angusti.
In aggiunta, anche i lavoratori notturni, che operano prevalentemente tra la mezzanotte e le 5 del mattino, possono accedere a questo scivolo pensionistico. Per loro, l’età di uscita si modifica in base al numero di notti lavorate annualmente. Anche coloro che lavorano come autisti di mezzi di trasporto pubblico con un carico di almeno nove persone rientrano in questa categoria. La scadenza del 1° maggio rappresenta un momento cruciale per coloro che intendono richiedere la pensione di quota 97,6. Entro questa data, i lavoratori devono presentare la domanda di certificazione del diritto, un passaggio fondamentale per poter accedere alla pensione nel 2026.
Questa domanda è propedeutica alla successiva richiesta di pensionamento, che potrà essere avanzata solo una volta che i requisiti saranno pienamente soddisfatti. È essenziale che i candidati comprendano che la presentazione della domanda di certificazione deve avvenire con largo anticipo. La tardività nella presentazione può avere conseguenze significative, slittando il pagamento della pensione da un minimo di uno a un massimo di tre mesi. Infatti, se la domanda viene presentata con un ritardo fino a 30 giorni, il richiedente perde un mese di prestazione. Se il ritardo è di 60 giorni, la perdita aumenta a due mesi, mentre per chi supera questo limite, la decorrenza slitta di ben tre mesi.

Il rischio principale legato a una tardiva presentazione della domanda è il possibile esaurimento delle risorse disponibili per il 2026. Data la natura limitata delle risorse destinate a questa misura, i lavoratori che tardano nella presentazione della domanda possono trovarsi senza la prestazione, se le risorse vengono esaurite da coloro che hanno rispettato i termini. Questo aspetto rende ancora più urgente e cruciale la tempestività nella richiesta di certificazione.
È bene ricordare che, oltre alla scadenza, i richiedenti devono essere certi di avere tutti i documenti necessari in regola. L’assenza di documentazione adeguata o errori nella compilazione della domanda possono comportare ulteriori ritardi e complicazioni nel processo di pensionamento. In un contesto così complesso, è fondamentale che i lavoratori interessati siano adeguatamente informati sui propri diritti e doveri. Le istituzioni, a partire dall’INPS, dovrebbero promuovere campagne informative chiare e accessibili per garantire che tutti i lavoratori possano orientarsi nel complesso sistema pensionistico italiano.
Inoltre, è consigliabile che i lavoratori si rivolgano a sindacati o consulenti esperti per ricevere assistenza nella preparazione delle domande. La corretta comprensione e il rispetto delle scadenze possono fare la differenza tra un pensionamento sereno e un lungo periodo di incertezze e difficoltà economiche. Il sistema pensionistico italiano è in continua evoluzione e i cambiamenti normativi possono influenzare in modo significativo le condizioni di accesso alla pensione. Pertanto, la vigilanza e l’adeguata preparazione sono essenziali per affrontare al meglio questi momenti cruciali della vita lavorativa.