Una sospensione che davvero in pochi pensavano potesse arrivare o accadere. Ed invece, l’INPS ha stupito davvero tutti. Ma cosa è successo nel dettaglio?
Alcuni assegni che, come sempre, dall’ente venivano erogati, potrebbero esser bloccati da un momento all’altro, mettendo così in vera e propria difficoltà tutti i cittadini che li percepivano. La situazione e l’allarme è partito da un caso specifico che vi raccontiamo.
Un caso che proviene da una sentenza del Tribunale di Chieti e che ha portato a questa decisione drasticamente presa. Cerchiamo di capire insieme, nel dettaglio, di cosa si tratta.
Una situazione alquanto assurda
È stata una sentenza del Tribunale Ordinario di Chieti, per la Sezione Lavoro, a mettere in allarme tutti i cittadini che percepiscono questo particolare assegno da parte dell’INPS. La situazione che si è venuta a creare ha visto una madre divorziata, con figli disabili e senza occupazione, vedersi sospeso l’Assegno di Inclusione. A mettere in campo la notizia è stata l’Inca Cgil di Chieti.
Dall’altro lato c’è stata anche la beffa per la donna, ovvero quello di non aver ricevuto spiegazione alcuna per la sospensione di questo assegno. Ma andiamo con ordine. La donna aveva regolarmente percepito l’Assegno di Inclusione da gennaio a ottobre 2024, fino a quando non si è vista revocare il beneficio da parte dell’INPS senza alcuna comunicazione formale o motivazione.
Da lì, il suo rivolgersi ad un avvocato dell’Inca Cgil che ha letto le carte e ha sottolineato con forza come, effettivamente, non ci fosse stata una motivazione certa né una comunicazione alla signora del perché l’INPS avesse deciso di sospenderle questo assegno, così importante per lei e per la sua situazione economica precaria.
L’assegno di inclusione revocato senza una spiegazione
Il giudice del lavoro, dal canto suo, ha raccolto le rimostrante dell’avvocato e della signora evidenziando che, non c’è stata effettivamente comunicazione alcuna della revoca dell’assegno da parte dell’INPS e, già questo, di per sé, è un elemento che viola i principi di trasparenza amministrativa.
Dal canto suo, la signora aveva ampiamente dimostrato, con documenti, qual era la sua situazione economica e familiare e del perché lei avesse tutti i requisiti per avere ed ottenere quell’assegno di inclusione. L’ordinanza ha quindi confermato l’illegittimità della revoca e ripristinato il diritto della donna a ricevere l’Assegno di Inclusione.
Qual è stata la risposta dell’INPS? Nonostante l’INPS fosse stato regolarmente notificato del ricorso il 4 dicembre 2024, l’ente non si è costituito in giudizio. Una situazione alquanto assurda che rappresenta, di conseguenza, un precedente da tenere a mente sempre.