L’economia della Spagna, dopo aver affrontato gravi difficoltà a causa della pandemia, ha mostrato segni di ripresa straordinari, diventando la nazione con le migliori performance economiche in Europa nel 2025. Questo risultato è attribuibile a una serie di politiche progressiste implementate dal governo spagnolo.
Nel 2024, la Spagna ha registrato un incremento del Pil del 3,2%, un risultato che ha sorpreso gli analisti e ha superato le previsioni iniziali. Questo balzo è stato in parte alimentato dall’immigrazione, che ha contribuito per il 20% alla crescita economica. Il governo spagnolo ha investito significativamente nel settore delle energie rinnovabili, riducendo i costi energetici e l’inflazione, e creando nuovi posti di lavoro. Tuttavia, il paese deve ancora affrontare sfide come l’emergenza abitativa e la disoccupazione giovanile.
La Spagna è tornata a essere un punto di riferimento economico in Europa, un fatto che ricorda i tempi precedenti alla crisi finanziaria del 2007-2008, quando il paese sembrava destinato a un futuro luminoso. Dopo il crollo economico, la nazione ha lottato per riprendersi, ma negli ultimi anni, e nonostante una breve interruzione durante la pandemia, ha visto un recupero impressionante.
Nel 2023, la crescita economica era già stata positiva, con un incremento del 2,7%, ma il 2024 ha portato risultati ancora più brillanti. La disoccupazione è scesa dal 11,8% al 10,6%, e il debito pubblico ha mostrato segnali di miglioramento, scendendo al 101,8% del Pil. Questi risultati hanno portato il Financial Times a definire l’economia spagnola come “Economia dell’anno” nel dicembre 2024, evidenziando l’efficacia delle politiche del governo di centrosinistra guidato da Pedro Sánchez.
La crisi finanziaria del 2007 ha colpito duramente la Spagna, che si trovava in un periodo di forte crescita, sostenuta dal mercato immobiliare. La bolla immobiliare ha portato a un crollo che ha avuto ripercussioni devastanti per l’economia e per i cittadini spagnoli. Tuttavia, nel decennio successivo, il paese ha saputo rialzarsi, registrando tassi di crescita superiori a quelli di altre nazioni europee come Italia e Grecia.
Le riforme del mercato del lavoro adottate dal governo di Mariano Rajoy nel 2012 hanno contribuito a una maggiore flessibilità per le imprese e a una diversificazione dell’economia. Tuttavia, il paese ha continuato a vivere in una situazione fragile, con un debito pubblico elevato e salari stagnanti. La pandemia di Covid-19 nel 2020 ha rappresentato un ulteriore colpo, con un calo del 11% del Pil, il peggiore risultato tra i paesi dell’Osce.
Oggi, a distanza di cinque anni dall’inizio della pandemia, l’economia spagnola è in una fase di forte espansione. Il 2024 ha portato risultati inaspettati, con una crescita del 3,2% e un tasso di disoccupazione in calo. La Spagna si sta posizionando come un’economia avanzata con performance superiori a quelle di molte altre nazioni, grazie anche alle politiche attuate dal governo di Pedro Sánchez, al potere dal 2018.
Un fattore chiave per il successo economico della Spagna è stata la sua apertura all’immigrazione. Mentre molti paesi europei hanno adottato politiche restrittive, la Spagna ha scelto di mantenere le porte aperte, compensando l’invecchiamento della popolazione e la denatalità. Questo approccio ha avuto un impatto positivo sull’economia.
Nel 2024, su 468.000 posti di lavoro creati, circa l’85% è stato occupato da migranti o persone con doppia nazionalità, che oggi rappresentano circa il 13% della forza lavoro. Questi lavoratori hanno trovato impiego in settori spesso trascurati dalla popolazione locale, come agricoltura, edilizia e servizi. Secondo un’analisi della Banca di Spagna, i lavoratori migranti hanno contribuito per il 20% alla crescita del Pil.
Il governo spagnolo ha in programma di attrarre 25 milioni di nuovi migranti nei prossimi trent’anni, per mantenere il ritmo di crescita attuale. A fine 2024, è stata approvata una legge per regolarizzare centinaia di migliaia di migranti, semplificando le procedure e incentivando l’integrazione, al fine di evitare la concentrazione della manodopera migrante in lavori a bassa qualifica e salari.
Oltre all’immigrazione, il settore del turismo ha contribuito in modo significativo alla crescita economica della Spagna. Nel 2024, il paese ha accolto 94 milioni di turisti, un incremento del 10% rispetto all’anno precedente, con una spesa totale di circa 126 miliardi di euro. Questo afflusso di visitatori ha generato nuovi posti di lavoro, spesso occupati da migranti.
Il governo ha implementato politiche che hanno reso la Spagna un terreno fertile per gli investimenti stranieri. Multinazionali come Amazon hanno trasferito operazioni significative nel paese, mentre nuove startup tecnologiche hanno arricchito il panorama industriale. Inoltre, la Spagna è diventata la seconda principale beneficiaria dei fondi del Next Generation EU, con quasi 150 miliardi di euro da investire entro il 2026.
La transizione energetica è un altro aspetto cruciale. Nel 2024, oltre il 56% dell’energia elettrica spagnola è stata prodotta attraverso fonti eoliche e solari, contribuendo a ridurre i costi energetici per famiglie e imprese e mantenendo bassa l’inflazione.
Nonostante i risultati positivi, la Spagna deve affrontare sfide significative, tra cui l’emergenza abitativa. Le città di Madrid e Barcellona stanno vivendo una crisi abitativa critica, con un aumento degli affitti del 80% nell’ultimo decennio, costringendo gli affittuari a spendere fino al 40% delle loro entrate mensili per l’alloggio.
Il governo di Sánchez ha introdotto un piano di sgravi fiscali per incentivare l’affitto a prezzi accessibili e ha aumentato le tasse sulle proprietà destinate al turismo, come quelle su Airbnb. La disoccupazione, sebbene in calo, rimane alta, con un tasso del 10,6%, e la situazione è ancora più critica per i giovani.
Il governo ha dimostrato di saper affrontare le sfide economiche, ma il lavoro per garantire una crescita sostenibile e inclusiva è ancora in corso.
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