Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato che a partire dal 2 aprile 2025, entreranno in vigore nuovi dazi sui prodotti provenienti dall’Unione Europea. Durante un intervento pubblico, Trump ha sottolineato che non ci saranno eccezioni, anche se ha lasciato aperta la possibilità di una certa “flessibilità” nell’applicazione delle tariffe.
Nel suo discorso del 21 marzo 2025, Trump ha dichiarato: «Il 2 aprile è il giorno della liberazione dell’America! Per decenni siamo stati derubati e abusati da ogni nazione del mondo, sia amica che nemica». Queste parole riflettono la retorica di Trump, che ha saputo alimentare un sentimento di vittimismo tra i suoi sostenitori. Il presidente ha affermato che è giunto il momento per gli Stati Uniti di riavere indietro parte del denaro e del rispetto che ritiene di aver perso.
Riguardo ai prodotti europei che subiranno i nuovi dazi, la situazione rimane incerta. Trump ha accennato a una possibile flessibilità, ma ha anche chiarito che non intende accogliere molte richieste di esenzione. «Le persone vengono da me e parlano di dazi e mi chiedono se possono avere delle eccezioni», ha spiegato. Tuttavia, ha avvertito che una volta concessa un’eccezione a qualcuno, sarebbe necessario farlo per tutti. La sua posizione è chiara: ci sarà una certa flessibilità, ma non aspettatevi di essere esentati.
Dal suo insediamento alla Casa Bianca il 20 gennaio 2025, Trump ha continuato a sostenere l’introduzione di dazi per correggere quelli che considera deficit commerciali ingiusti per gli Stati Uniti. Ha affermato che la sua politica sta già dando risultati, con stime che indicano un introito di almeno 4 miliardi di dollari dalle aziende automobilistiche. Tuttavia, ha ignorato le preoccupazioni espresse da alcune aziende, come Tesla, riguardo all’impatto negativo che queste tariffe potrebbero avere sulla produzione negli Stati Uniti.
Se Trump procederà con l’attuazione delle sue minacce, l’economia europea potrebbe subire gravi conseguenze. La Banca Centrale Europea ha stimato che i dazi americani del 25% sull’import europeo potrebbero ridurre la crescita dell’area dell’euro di circa 0,3 punti percentuali nel primo anno. Inoltre, i contro-dazi dell’Unione Europea potrebbero amplificare l’impatto, portandolo a circa mezzo punto percentuale. Bruxelles ha deciso di rinviare l’entrata in vigore delle proprie misure in risposta ai dazi americani, per consentire un possibile negoziato con Washington.
In Italia, il governo sta cercando di elaborare una strategia per mitigare gli effetti dei nuovi dazi sull’export, che rappresenta circa il 10% del totale. La premier Giorgia Meloni ha espresso l’intenzione di mantenere aperto il dialogo con gli Stati Uniti. Il 21 marzo 2025, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha presentato un Piano d’azione volto a incrementare l’export verso mercati extra-UE ad alto potenziale, con l’obiettivo di raggiungere 700 miliardi di euro entro la fine della legislatura. I mercati emergenti, tra cui Arabia Saudita, Turchia e Brasile, sono al centro di questa strategia, che punta a diversificare le esportazioni italiane.
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