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Quando si assiste una persona con disabilità, parziale o totale, si può fare affidamento sui permessi della legge 104. Ma chi può ottenerli?
Chi ottiene questi permessi dal lavoro, di solito, si tratta di persone che sono con gli ammalati e, per una serie di ragioni, hanno bisogno di alcuni giorni al mese per poterli aiutare, o anche, accompagnarli proprio per delle visite mediche.
Ora qualcosa sta cambiando per coloro che usufruiscono di questi permessi di legge 104. Si tratta di cambiamenti positivi proprio per coloro che assistono. Vediamo di cosa si tratta.
Legge 104: cambiamenti in arrivo
La legge 104 è stata creata e messa in atto per dare aiuto e sostegno a coloro che hanno una disabilità e, dall’altro lato, si dà anche la possibilità alle persone che accompagnano o che le assistono di essere con loro presenti, anche quando sembra essere impossibile. Chi, infatti, assiste una persona che ha la legge 104, ha diritto a dei giorni di festa da lavoro, con una determinata percentuale al mese.
Fra queste agevolazioni spiccano i permessi retribuiti, che sono strumenti essenziali per favorire la conciliazione tra lavoro e assistenza. I permessi 104 permettono al lavoratore di beneficiare di tre giorni al mese di assenza retribuita, che possono essere fruiti in modo frazionato o continuativo. Si può anche scegliere di chiedere soltanto delle ore di permesso in una giornata lavorativa, sempre in concezione dell’assistenza per la legge 104.
Altro strumento fondamentale è il congedo straordinario, che permette un’assenza prolungata fino a due anni nell’arco della vita lavorativa. Ad oggi, però, parte di questa normativa è stata cambiata o comunque, rimodulata in base alle esigenze dei singoli cittadini e, a portare avanti questo, è stata una sentenza del Tribunale di Treviso.
Una sentenza storica
Con l’ordinanza del 10 gennaio 2024, i giudici hanno accolto il ricorso di una dipendente che aveva già usufruito del congedo straordinario per assistere la madre e che, successivamente, ha richiesto lo stesso beneficio per prendersi cura del padre. Questo potrebbe portare a dei cambiamenti in fatto di assistenza e di giorni di permesso.
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Se confermata da ulteriori sentenze o da un intervento legislativo, l’attuale limite dei due anni complessivi di congedo straordinario potrebbe essere esteso, consentendo ai lavoratori di usufruire di un periodo aggiuntivo per ogni familiare disabile assistito. Un cambiamento notevole, se consideriamo anche il fatto che l’assistenza non può cambiare, in alcun caso, a chi è ammalato e necessita di cure costanti.