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Groenlandia: le ragioni dell’interesse di Trump, Cina e Russia per l’isola

Al centro di un complesso scacchiere geopolitico, la Groenlandia, l’isola più grande del mondo, si trova al centro dell’attenzione delle potenze globali, in particolare degli Stati Uniti, della Russia, della Cina e dell’Europa. Questa regione, che copre un’area quattro volte superiore a quella della Francia e che è per l’80% ricoperta di ghiaccio, non è solo una risorsa mineraria, ma anche un punto strategico per nuove rotte commerciali.

Il 12 marzo 2025, la Groenlandia ha recentemente tenuto delle elezioni, un evento significativo che sottolinea l’importanza geopolitica di questo territorio autonomo della Danimarca. La regione sta guadagnando sempre più rilevanza a causa delle sue risorse minerarie e della sua posizione strategica, che la rendono un obiettivo ambito per le potenze mondiali. L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso l’intenzione di rendere la Groenlandia parte degli Stati Uniti, definendo il suo controllo come “una necessità assoluta” per la sicurezza nazionale. Le sue dichiarazioni, rilasciate prima di Natale 2024, hanno suscitato preoccupazione tra gli abitanti groenlandesi e reazioni forti da parte di Copenaghen e di altre capitali europee, come Parigi, che ha denunciato un tentativo di imperialismo.

Le implicazioni per gli Stati Uniti

La Groenlandia, pur essendo un territorio autonomo, dipende da Copenaghen per questioni fondamentali come la giustizia, la politica monetaria e la difesa. Tuttavia, la sua posizione geografica la colloca più vicina a New York che a Copenaghen, rendendola un’area di interesse strategico per gli Stati Uniti. La storica danese Astrid Andersen ha sottolineato che, durante la Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti presero il controllo della Groenlandia e, in un certo senso, non se ne sono mai andati. Questa eredità storica ha alimentato le attuali ambizioni americane, con la prospettiva di una crescente presenza militare nell’area.

L’interesse degli Stati Uniti si estende oltre la sicurezza nazionale. La Groenlandia è vista come un potenziale serbatoio di risorse minerarie cruciali per la transizione energetica, necessaria per affrontare le sfide climatiche globali. La presenza di minerali critici e la possibilità di sfruttare le nuove rotte marittime emergenti a causa del cambiamento climatico aumentano ulteriormente l’attrattiva di questo territorio.

Le mire della Cina

La Cina, dal canto suo, sta cercando di espandere la propria influenza in Groenlandia, stipulando accordi per la costruzione di infrastrutture e acquisendo diritti su miniere di minerali, tra cui uranio. Pechino ha anche sostenuto le aspirazioni di indipendenza dei groenlandesi, il che ha spinto l’amministrazione Biden a prendere misure più attive per contrastare l’influenza cinese. Recentemente, gli Stati Uniti hanno aperto una sede diplomatica a Nuuk, la capitale groenlandese, come parte di una strategia per rafforzare la loro presenza nell’isola.

Le nuove rotte commerciali

Le rotte commerciali marittime che passano per la Groenlandia stanno diventando sempre più strategiche. Attualmente, tre rotte principali attraversano l’isola e, con l’innalzamento dei livelli del mare e il cambiamento climatico, queste vie potrebbero diventare più navigabili in futuro. Sebbene la gestione dell’Artico sia sotto il controllo di un organismo internazionale, la Russia continua a esercitare la sua influenza, gestendo i traffici e utilizzando rompighiaccio per garantire il passaggio delle navi.

La presenza militare americana

La Groenlandia è anche un punto strategico per la difesa americana, essendo la traiettoria più breve per il lancio di missili verso la Russia. Gli Stati Uniti hanno installato una base NATO nell’isola, che rappresenta un elemento chiave nella loro strategia di sicurezza nazionale. La mancanza di sorveglianza aerea e sottomarina nella regione è stata una preoccupazione sollevata dai politici americani, evidenziando l’importanza della Groenlandia nel contesto della sicurezza internazionale.

Le sfide del settore estrattivo

Nonostante l’interesse per le risorse minerarie, il settore estrattivo in Groenlandia è attualmente limitato. Ci sono solo due miniere operative, e l’economia locale dipende in gran parte da sovvenzioni danesi e dalla pesca. Inoltre, l’opinione pubblica locale si oppone all’estrazione di uranio e altri combustibili fossili, portando a restrizioni legislative. Tuttavia, ci sono speranze per lo sviluppo del turismo con l’apertura di un nuovo aeroporto internazionale a Nuuk, previsto per novembre 2025.

La Groenlandia, quindi, rappresenta un crocevia di interessi e ambizioni globali, con le potenze mondiali che si contendono le sue risorse e la sua posizione strategica. Con l’aumento delle tensioni geopolitiche, il futuro dell’isola rimane incerto, ma sicuramente continuerà a essere al centro dell’attenzione internazionale.

Serena Libra

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