
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha espresso le sue preoccupazioni riguardo al piano di riarmo della Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, durante un evento organizzato dalla Lega ad Ancona il 12 febbraio 2025. Giorgetti ha messo in discussione la logica di spesa tedesca, sottolineando come Berlino stia agendo senza aver negoziato con gli altri Stati membri dell’Unione Europea. “I tedeschi hanno deciso di procedere senza consultazioni, mentre prima il debito era un problema e ora non lo è più. Se dobbiamo spendere, lo facciamo per l’industria e l’occupazione in Italia“, ha dichiarato il ministro.
Riflessioni sul debito pubblico
La prospettiva di un incremento del debito pubblico italiano per finanziare l’acquisto e la produzione di armi, come previsto dal piano di riarmo di 800 miliardi di euro, ha sollevato preoccupazioni nel governo italiano. Giorgetti ha evidenziato che, nonostante sia fondamentale avere una capacità di difesa, la decisione di investire ingenti somme per il riarmo appare singolare, considerando che il conflitto in Ucraina è in corso da tre anni. Ha anche sottolineato come il piano di spesa militare sia stato imposto dal futuro cancelliere tedesco, Merz, aggiungendo che la Germania deve riarmarsi e che questa decisione ha delle ripercussioni anche per gli altri Stati membri.
Critiche alla nuova politica di stabilità
Giorgetti ha affrontato il tema del nuovo patto di stabilità, entrato in vigore a gennaio 2025, esprimendo scetticismo sulle nuove regole. “Ho già avvertito che non possono funzionare”, ha affermato. La situazione attuale comporta che, se i tedeschi decidono di agire unilateramente, il governo italiano potrebbe trovarsi nella posizione di dover chiedere un cambiamento radicale nelle politiche europee o, in alternativa, minacciare un veto. Tuttavia, Giorgetti ha notato che il premier Giorgia Meloni ha mantenuto un profilo basso negli ultimi tempi, rendendo difficile una reazione incisiva.
Le tensioni interne al governo
Il malcontento di Giorgetti, emerso nei suoi interventi recenti, riflette le tensioni presenti all’interno della maggioranza di governo. Il conflitto tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia riguardo al riarmo è evidente e potrebbe emergere ulteriormente durante il dibattito parlamentare previsto per martedì e mercoledì. Nonostante Giorgetti abbia negato frizioni con Meloni, è chiaro che entrambi devono affrontare le pressioni di forze più grandi e le aspettative dei loro elettori, in particolare delle imprese che stanno subendo gli effetti dei dazi imposti da Trump.
L’impatto della spesa militare
I membri della Lega hanno colto l’opportunità di criticare il nuovo patto di stabilità, che prevede deroghe per la spesa militare ma non per il welfare. Giorgetti ha già annunciato tagli alla spesa sociale per un totale di 12 miliardi di euro, cifra che potrebbe aumentare a causa del piano di riarmo europeo. Questo scenario solleva interrogativi sulla capacità del governo di gestire le esigenze sociali e le aspettative di crescita economica. L’Osservatorio sui conti pubblici ha stimato che un aumento della spesa militare fino all’1,5% del PIL non comporterebbe una riduzione del debito pubblico nei prossimi sette anni. Le previsioni economiche del governo potrebbero quindi necessitare di una revisione, poiché non è garantito che la spesa militare contribuisca alla crescita del PIL.
Giorgetti ha concluso sottolineando le difficoltà nel ridurre il debito pubblico, che ostacola la possibilità di investire in settori fondamentali. La logica del Warfare sembra essere accettata, con il ministro che ha affermato: “Se dobbiamo spendere, che lo si faccia per l’industria italiana, creando occupazione”. In un contesto in cui la Germania sta cambiando la sua costituzione per facilitare il riarmo, l’Italia si trova in una posizione delicata, tra le esigenze interne e le pressioni esterne.