fotovoltaico in italia
Considerata una tecnologia sperimentale nel 2007, nel giro di pochi anni ha accelerato la sua corsa trasformandosi in uno strumento alla base della rivoluzione green in corso. I rincari, la guerra e la pandemia rappresentano i mille volti di uno stesso problema. C’è urgenza di sostenibilità, su tutti i fronti e – soprattutto – dal punto di vista energetico.
Su questo l’Italia non si è risparmiata, raggiungendo livelli molto interessanti. I dati fotografano la voglia di trovare soluzioni alternative e a basso impatto, su cui è necessario restare costantemente informati. Il web offre portali specializzati sul tema, attraverso cui sciogliere dubbi e valutare le numerose opportunità, come chiavedivolt.com a cui si può accedere da qui.
Bisogna dar merito alle agevolazioni fiscali e al sostegno normativo dedicato al fotovoltaico, senza le quali sarebbe stato difficile registrare una crescita così veloce. Dal Decreto Fer 1 alle Comunità Energetiche, per finire con gli Ecobonus, i vantaggi per installare un nuovo impianto hanno fatto gola soprattutto ai comuni cittadini. Difatti, si registra che a sostenere il settore in Italia sia sostanzialmente il segmento residenziale, seguito da quello terziario.
Il boom di installazioni si è avuto nel quadriennio 2010-2013, ma – di fatto – non si è mai arrestato, continuando a crescere. Nel 2021, ad esempio, dopo una fase di rallentamento registrata nel 2020 si è raggiunto 1 GW di nuova potenza. Al momento, la capacità del fotovoltaico in Italia si attesta a 22,5 GW, distribuiti su oltre un milione di impianti connessi alla rete, i quali in larga parte sono di piccola taglia.
Ogni regione italiana ha approcciato diversamente al fotovoltaico, sia per ragioni geografiche e culturali, che di gestione amministrativa. Al netto di tutto, però, è la Lombardia a registrare il maggior numero di impianti del Paese, si stima abbiano ormai superato le 145 mila unità. A seguirla è il Veneto, regione che si attesta attorno ai 134 mila impianti. Al terzo posto, con uno stacco importante, vi è l’Emilia-Romagna che registra all’incirca 8.300 impianti. Da lì in poi la discesa è vertiginosa, con differenze notevoli tra le regioni, per finire con la Valle d’Aosta.
Al di là del numero di impianti, però, la produzione risente dell’area geografica in cui insistono. I dati, difatti, mostrano immediatamente che il sud Italia raggiunge i 4700 kWh, il centro Italia i 4000 kWh, mentre al Nord Italia si scende a 3700 kWh. Più omogeneo, invece, il prezzo medio di un impianto che varia tra i 4500 e gli 8000 euro.
Ogni area geografica segue dei principi per l’installazione di un impianto fotovoltaico. Alla base vi è la latitudine, la quale regola il suo posizionamento. Più si è vicini all’Equatore e minore sarà l’inclinazione dei pannelli solari, i quali accolgono perpendicolarmente i raggi solari. A determinare la scelta, però, incide anche l’analisi delle bollette. In effetti bisognerà renderli maggiormente ricettivi nel periodo in cui i consumi risultano più alti, seppure questo significherà renderli meno performanti in altre stagioni. Infine, per ragioni burocratiche l’impianto – qualora andrà posizionato sul tetto – dovrà necessariamente risultare complanare allo stesso.
I numeri mostrano chiaramente che il fotovoltaico è la fonte rinnovabile più diffusa in Italia, oltre che la più desiderata. A supporto vi sono alcune analisi di mercato e ricerche, tra cui quella del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, le quali sostengono che il fotovoltaico è destinato a crescere ed evolvere ancora, posizionandosi in cima al processo di decarbonizzazione. Tanto che il PNIEC prevede che, nel 2030, si raggiungerà una capacità di 52 GW, ovvero il doppio di quelli attuali. Tra il 2023 e il 2025, insomma, gli esperti si aspettano di replicare gli anni d’oro del fotovoltaico che ha vissuto il suo picco tra il 2010 e il 2011.
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