Le recenti proiezioni dell’OCSE, pubblicate nel 2025, delineano un quadro economico globale che si dirige verso una crescita lenta, accompagnata da un livello di prezzi ancora elevato in numerosi paesi. Queste stime, sebbene non rappresentino una realtà definitiva, offrono una visione di come potrebbero evolversi le dynamiche economiche nei prossimi mesi.
La situazione attuale non può essere definita stagflazione, ma presenta somiglianze significative. In particolare, l’Eurozona mostra una crescita contenuta, mentre i prezzi sembrano avviarsi verso una normalizzazione. Negli Stati Uniti, invece, la crescita è rallentata, ma i prezzi continuano a superare gli obiettivi prefissati.
Queste previsioni considerano anche l’impatto crescente dei dazi, che stanno diventando una realtà per molte nazioni e potrebbero influenzare negativamente sia la dynamica dei prezzi che la crescita economica globale. I dazi, infatti, potrebbero ostacolare gli scambi commerciali, che fino al 2024 hanno rappresentato un motore fondamentale per la crescita mondiale.
Nel 2025, l’OCSE avverte che ci si dovrà confrontare con un aumento delle tensioni economiche, e i primi indicatori suggeriscono già un rallentamento della crescita nel primo trimestre. Si è registrata una certa debolezza nel settore dei servizi, mentre si nota una ripresa dell’indice manifatturiero in alcune aree.
Per quanto riguarda la domanda, la fiducia dei consumatori sembra in calo, con una diminuzione dei consumi negli Stati Uniti a gennaio, nonostante un andamento positivo dei redditi. Questi dati preliminari suggeriscono un clima economico poco favorevole, e se le incertezze attuali si trasformeranno in difficoltà maggiori è ancora da vedere. Tuttavia, la sensazione generale è che si stia adottando un approccio prudente, seguendo il proverbio che invita a procedere con calma per raggiungere obiettivi a lungo termine. Crescere lentamente, però, non sempre è auspicabile, specialmente in un contesto in cui i rischi economici sono in aumento.
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