
Mario Draghi, ex Presidente della Banca Centrale Europea e già Presidente del Consiglio dei Ministri, ha partecipato a un’audizione il 10 gennaio 2025 presso le Commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato. Durante questo incontro, ha presentato un documento che sintetizza il Rapporto sul futuro della competitività europea.
Nel documento, Draghi sottolinea come la sicurezza dell’Europa sia compromessa dai cambiamenti nella politica estera. La necessità di affrontare la stagnazione economica è diventata urgente, specialmente in un contesto di ridotto impegno da parte degli Stati Uniti, un trend già previsto ma ora con tempistiche critiche.
Uno dei dati più significativi che evidenzia la debolezza economica è la fuga di risparmi dall’Unione Europea, con 500 miliardi di euro che nel solo 2024 hanno lasciato il continente, a causa di rendimenti insufficienti offerti dall’economia europea.
Costi dell’energia
Il primo aspetto analizzato riguarda il costo dell’energia. In Italia, i prezzi dell’elettricità all’ingrosso nel 2024 si sono rivelati superiori dell’87% rispetto a quelli francesi, del 70% rispetto a quelli spagnoli e del 38% rispetto a quelli tedeschi. Questa situazione è aggravata dalla tassazione elevata che caratterizza il mercato italiano, una delle più alte in Europa.
Draghi ha evidenziato l’importanza di una maggiore trasparenza nei mercati energetici, per evitare concentrazioni di potere e garantire un adeguato livello di vigilanza. È necessario anche accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili, investendo in flessibilità e reti, e disaccoppiare i prezzi dell’energia rinnovabile e nucleare da quelli delle fonti fossili.
Inoltre, si rende fondamentale semplificare e velocizzare i processi autorizzativi per gli impianti rinnovabili, che spesso sono in attesa di approvazione. L’Italia potrebbe, indipendentemente dalle riforme europee, separare la remunerazione delle rinnovabili da quella del gas, utilizzando i Contratti per Differenza (CfD) e incentivando i Power Purchasing Agreement (PPA).
Regolamentazione
Il secondo aspetto affrontato è la regolamentazione. Draghi ha messo in evidenza come l’eccesso di regolamentazione penalizzi l’iniziativa individuale e ostacoli l’innovazione, frenando la crescita economica. Un recente studio del Fondo Monetario Internazionale ha dimostrato che la frammentazione delle normative crea barriere interne equivalenti a un dazio del 45% sui beni manifatturieri e del 110% sui servizi.
La proliferazione di regole frammentate non solo ostacola l’iniziativa individuale, ma complica anche l’adeguamento delle normative nazionali alle direttive europee. Spesso, gli Stati membri aggiungono ulteriori prescrizioni nazionali, creando una situazione di disomogeneità tra i vari Paesi.
Politica dell’innovazione
Infine, il Rapporto affronta il tema della politica dell’innovazione, evidenziando che il ritardo europeo in materia di Intelligenza Artificiale è probabilmente incolmabile. Tuttavia, si suggerisce che i settori industriali, dei servizi e delle infrastrutture dovrebbero incrementare l’uso dell’AI. La creazione di un vero mercato unico europeo dei servizi è vista come un presupposto fondamentale per avviare un ciclo di innovazione profondo e vitale.
In linea con quanto esposto, la Commissione Europea ha annunciato una proposta per un 28° regime giuridico per le società innovative, che uniformerebbe le normative di diritto societario, fallimentare, del lavoro e tributario in tutti i 27 Stati membri dell’Unione.
La necessità di una strategia continentale unificata per il cloud, il supercalcolo, l’intelligenza artificiale e la cybersicurezza è evidente. Per realizzare molte delle proposte contenute nel Rapporto, l’Europa dovrà operare come un’entità unica, rendendo il debito comune una questione imprescindibile, e richiedendo una maggiore centralizzazione delle decisioni e delle capacità di spesa, o un coordinamento più efficace tra i Paesi.