In questo periodo molte imprese si trovano in situazioni particolari a causa del Coronavirus. Per questo motivo il Governo, emanando il Decreto Cura Italia, ha deciso di aiutare determinate realtà con la Cassa Integrazione straordinaria o in deroga.
Infatti molte imprese si sono viste costrette e sospendere o ridimensionare il proprio lavoro a causa della crisi provocata dal Coronavirus. Lo scopo dell’estensione di questo ammortizzatore sociale è quindi quello di aiutare per un certo periodo di tempo l’attività delle aziende.
Si andrà quindi ad eliminare il costo della manodopera che non viene utilizzata, ma questa verrà nuovamente ammessa quando sarà passata l’emergenza. Quindi grazie al Decreto Cura Italia la Cassa Integrazione permette di mantenere il personale e coprire, anche in modo parziale, lo stipendio dei dipendenti.
Inoltre, sempre secondo il Decreto, i soldi previsti dalla Cassa Integrazione saranno versati prima dei due o tre mesi normalmente necessari per le pratiche.
Secondo quanto deciso dal Governo il lavoratore non dovrà spendere nulla per la richiesta, le banche quindi anticiperanno le somme e saranno rimborsate dall’Inps. In ogni caso bisogna sapere che le tipologie di Cassa Integrazione previste sono diverse, perciò vediamo quali sono e come funzionano.
Come abbiamo detto la Cassa Integrazione è una delle tipologie di ammortizzatore sociale prevista dal Decreto Cura Italia e fa parte delle integrazioni salariali.
In questo periodo di crisi il Governo ha deciso di estendere questa modalità riconosciuta a lavoratori subordinati o apprendisti, con almeno tre mesi di anzianità.
Ovviamente sono esclusi da questo ammortizzatore i dirigenti e i lavoratori a domicilio. In generale la Cassa Integrazione viene concessa alle aziende dall’Inps secondo una serie di accordi regionali e con i sindacati. È lo Stato che si assume l’onere di retribuire i lavoratori per l’80% del normale stipendio.
Quando un’azienda richiede la Cassa Integrazione, deve versare un contributo per la tassazione della retribuzione. Inoltre l’impresa dovrà versare il 9% sulle ore non retribuite per un anno, il 12% per il secondo anno. Mentre verserà il 15% se la Cassa Integrazione dura tra i 3 e i 5 anni.
Le tipologie di Cassa Integrazione previste dal Decreto Cura Italia, sono tre, ovvero Ordinaria, Straordinaria e in Deroga. Cerchiamo di capire a chi si riferiscono:
La Cassa Integrazione prevista dal Decreto Cura Italia spetta a diverse tipologie di lavoratori, e nello specifico: operai, impiegati, quadri, soci di cooperative di produzione, lavoratori con contratto subordinato e apprendisti.
Mentre la Cassa Integrazione ammessa per le aziende può essere applicata ad imprese dei settori:
Per poter calcolare la retribuzione prevista dalla Cassa Integrazione del Decreto Cura Italia è necessario prendere come riferimento la retribuzione lorda mensile.
Questa però deve comprendere le indennità del lavoratore dovute per le prestazioni di lavoro come:
Quindi sulla retribuzione lorda, compresa di queste specifiche, bisogna calcolare l’80% dell’integrazione salariale. In generale però il valore della Cassa che può essere erogato non deve superare il limite massimo mensile, che varia in base alla retribuzione annuale stabilita dal Decreto ministeriale.
Scarica QUI il testo del Decreto Cura Italia per conoscere le norme a sostegno delle famiglie e delle imprese.
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