L’emergenza Coronavirus ha generato una decisa frenata al trend positivo del mercato immobiliare, che dal 2015 segnava, di anno in anno, un aumento del numero di compravendite .
Nomisma ha calcolato che nel 2019 gli scambi immobiliari hanno raggiunto quota 662 mila, il 92% dei quali relativi al comparto residenziale. E per il 2020 si prospettava una tendenza simile, accompagnata da una ripresa dei prezzi che avrebbero dovuto confermare il +0,2% del 2019 anche nei prossimi dodici mesi, prima di raggiungere quota +0,7% nel 2021 e +1,1% nel 2022.
Ovviamente queste previsioni sono da accantonare per i sopraggiunti gravi problemi che riguardando l’intera economia e impattano notevolmente anche sul settore immobiliare.
Sul piano degli investimenti internazionali è stato un brutto colpo per i mercati finanziari e la corsa ai beni rifugio, come ad esempio l’oro, che ha raggiunto le quotazioni più alte dal 2013, sta facendo crollare i rendimenti di fondi e bond a livelli molto bassi, con le borse mondiali in caduta verticale.
In questo contesto il mercato immobiliare potrebbe rimanere attrattivo, sia per gli investitori istituzionali che hanno difficoltà ad orientare la liquidità su azioni, obbligazioni o altri strumenti finanziari ad alto tasso di incertezza, sia per i piccoli investitori che potrebbero vedersi erodere inesorabilmente i risparmi “pericolosamente parcheggiati” nelle propria banca di riferimento.
Infatti la volatilità è diventata un elemento di forte rischio per chi volesse rimanere o entrare sul mercato finanziario in questo momento. Al contrario il mercato immobiliare da sempre si caratterizza per la maggiore stabilità e sicurezza. E’ impossibile pensare che il prezzo di un immobile crolli del 25%30% in qualche settimana. Evenienza invece possibile per gli strumenti finanziari o per i mercati borsistici, come peraltro sta avvenendo. Quindi possiamo affermare che :
- La brusca frenata del mercato immobiliare non farà venire meno l’esigenza, l’interesse o la necessità di avere una casa.
- Per quanto possa rallentare, ci sarà sempre una domanda minima, anche in relazione ai prezzi, probabilmente in ribasso.
- L’immobile si confermerà come l’investimento a medio-lungo termine indubbiamente più sicuro.
In riferimento a tutto ciò, secondo una indagine di BV INVEST, società di consulenza direzionale guidata da Bruno Vettore, possiamo provare ad ipotizzare due scenari di riferimento, che potrebbero incidere sul “ritorno alla normalità”.
Scenario “best”
- L’emergenza dura fino a maggio 2020
- Serviranno ulteriori due mesi per il ritorno graduale alla normalità
- Impatti rilevanti sulle economie mondiali, ma non crisi finanziaria che blocca i mercati
- Interventi a sostegno di imprese e famiglie, oltre che interventi sulla spesa pubblica
- Decremento delle compravendite nella misura del 19/22%
- Discesa dei prezzi mediamente nell’ordine del 5/8%
Scenario “worst”
- L’emergenza dura fino a settembre 2020
- Serviranno ulteriori due mesi per il ritorno graduale alla normalità
- Impatti molto rilevanti sulle economie mondiali, ma non crisi finanziaria che blocca i mercati
- Interventi a sostegno di imprese e famiglie, oltre che interventi sulla spesa pubblica
- Decremento delle compravendite nella misura del 33/36%
- Discesa dei prezzi mediamente nell’ordine del 12/15%