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Sono diversi i casi nei quali si è cointestatari di un conto corrente (vedi il caso di due coniugi). Ma sempre il denaro di uno appartiene anche all’altro?
La situazione non è così semplice come sembra, specialmente quando si è davanti ad una separazione legale o quando si è di fronte a delle controversie che sembrano essere insormontabili e ci si appiglia anche alla cosa più semplice e immediata, quale il denaro in comune.
Cosa fare quando ci si trova di fronte a queste situazioni? A rispondere in merito è stata proprio la Cassazione. Cerchiamo di capire insieme di cosa si tratta.
Problemi con il conto cointestato?
Non è semplice, davanti ad esempio ad una separazione, pensare che tutto, ma proprio tutto ciò che era in comune con l’altro coniuge, vada effettivamente diviso. Non solo beni mobili ed immobili, ma anche tutto quello che sembrava unirli per sempre adesso, in questa determinata circostanza, va diviso, anche se si era possessori di un conto corrente cointestato.
Avere un conto corrente cointestato non significa ottenere automaticamente una suddivisione equa del denaro tra le due parti e, a dirlo, è stata una sentenza della Corte di Cassazione. In sostanza, se il conto è comune, i due coniugi depositano lì sopra tutto ciò che guadagnano mettendolo a comune disposizione delle esigenze dei due quanto della famiglia stessa.
Ma cosa succede se, per caso, divorziano? Stando a quanto previsto dall’art.1854 del codice civile, “nel caso in cui il conto sia intestato a più persone, con facoltà per le medesime di compiere operazioni anche separatamente, gli intestatari sono considerati creditori o debitori in solido dei saldi del conto“. Sulla carta, quindi, dovrebbe esserci un’equa suddivisione delle parti, anche del denaro.
Cosa accade in caso di divorzio
Se c’è una responsabilità oggettiva di ambo le parti nei confronti della banca, resta la possibilità di dimostrare che la ripartizione del fondo sia diversa da quella originariamente presunta per legge. Quando una delle due parti è in grado di dimostrare concretamente che il fondo deriva da suoi esclusivi versamenti, può esserne decretata la proprietà esclusiva.
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Sembrerebbe che la situazione si possa risolvere così, in breve tempo ma, come dicevamo all’inizio, occorre sempre dimostrare che il denaro appartenga ad un solo coniuge e, di conseguenza, che sia lui il proprietario del fondo. Ma tutto questo deve essere certificato con opportuna documentazione, di tutti i movimenti fatti dalla sola persona al conto corrente cointestato. Altrimenti la situazione non è da considerarsi valida in alcuna maniera.