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Il Ministro Cingolani, alla guida della Transizione ecologica, ha finalmente presentato il suo programma. Ecco quali sono gli obiettivi tra fusione nucleare e utilizzo dell’idrogeno.

Roberto Cingolani, neo Ministro alla Transizione ecologica, ha presentato il suo progetto alle commissioni di Camera e Senato. Nel suo discorso, oltre alla volontà ridisegnare i piani industriali in ottica green, sono emersi gli obiettivi pensati dall’ex fisico membro di Leonardo. Secondo lui la Transizione ecologica deve passare per l’utilizzo di idrogeno come combustibile. A questo si aggiungeranno le ricerche relative alla fusione nucleare, capace di produrre energia elettrica a prezzi contenuti e con livelli di rischio scarsi. Ma questi sono solo due aspetti del cambiamento pensato da Cingolani. Vediamo quindi di capire quali sono i suoi progetti e quali sono i modelli a cui si è ispirato il Governo Draghi.

Transizione ecologica: gli obiettivi di Cingolani

Roberto Cingolani, che da poco è alla guida del Ministero per la Transizione ecologica, ha reso noti i suoi obiettivi e le modalità con le quali intende raggiungerli. Per poter instaurare nuovi modelli energetici e un sistema più sostenibile per il Ministro è necessario sfruttare l’idrogeno e l’energia prodotta dalla fusione nucleare. Secondo l’ex fisico infatti l’energia prodotta dalla fusione è l’energia rinnovabile per eccellenza, e va detto che lo stesso universo funziona utilizzando questo “motore”.

Ma aspetti filosofici a parte si tratta di un’opportunità che l’Italia non può perdere e a cui deve partecipare, rafforzando la presenza del nostro paese in progetti come Iter e Mit, relativi proprio alla fusione. Per quanto riguarda l’idrogeno il panorama è quello della progressiva dismissione delle batterie, ritenute troppo difficili da smaltire.

mano e pianta verde
Fonte foto: https://www.pexels.com/it-it/foto/mano-sinistra-della-persona-che-tiene-pianta-a-foglia-verde-886521/

L’alternativa più probabile è quella delle celle a idrogeno, che secondo gli studi potrebbero alimentare senza problemi automobili e altri macchinari. In ogni caso i tempi indicati dal Ministro della Transizione ecologica sono di circa 10 anni per poter adeguarsi e diventare una società più competitiva sotto questo aspetto. Ora come ora non sono presenti sul territorio impianti di stoccaggio e non sono ancora chiare le modalità di utilizzo e conservazioni, ma la volontà e la strada intrapresa sono quelle giuste.

Le competenze e il modello di Francia e Spagna

Anche se il Ministro Cingolani ha presentato gli obiettivi della transizione ecologica, restano ancora da chiarire quali siano le competenze. In particolare è emersa la volontà di “ispirarsi” ad altri dicasteri simili, come quelli presenti in Francia e Spagna. La Francia ha unito, sotto il Ministero della transizione ecologica, diverse funzioni ministeriali. È così riuscita a razionalizzare le diverse attività e gestire in modo più sapiente ed efficacie i fondi.

A questo proposito l’Eliseo ha deciso di sostituire il vecchio ministero dell’Ambiente con quello per la Transizione ecologica. Tuttavia le competenze non sono rimaste invariate, anzi, in alcuni casi sono state ampliate. A oggi infatti sono comprese attività relative a sviluppo sostenibile, tecnologie verdi, prevenzione di rischi naturali e tecnologici, sicurezza di trasporti e infrastrutture.

Ma chi ha alzato davvero l’asticella è la Spagna che ha dato vita al Ministero per la Transizione ecologica e la Sfida demografica. Qui attività e competenze superano di gran lunga la sola sostenibilità. La Spagna ha deciso di comprendere anche politiche per contrastare lo spopolamento di alcune regioni e il calo demografico. Sarebbe proprio questo il risultato auspicato da Roberto Cingolani e dallo stesso Draghi.

La transizione ecologica passa anche dalla burocrazia

Secondo Roberto Cingolani per poter effettuare una buona transizione ecologica è necessario modificare anche alcuni aspetti della burocrazia. Questa infatti dovrebbe essere complementare e al servizio del cambiamento sostenibile, ma attualmente non è così. Va detto che le procedure per richiedere permessi e apertura dei cantieri sono ancora troppo lunghe. Perciò per raggiungere gli obiettivi presentati dal Ministro una revisione amministrativa è quasi doverosa. Una soluzione potrebbe essere quella di ricalcare il modello adottato per la costruzione del nuovo ponte di Genova.

Inoltre tra le modifiche indicate dal Ministro per la Transizione ecologica troviamo anche l’aggiornamento del piano energetico e la digitalizzazione dello stesso Ministero. In questo modo sarà possibile lasciare un apparato funzionale e aggiornato, in grado di rispettare e facilitare la transizione.

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ultimo aggiornamento: 30-03-2021


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