L’effetto del Coronavirus non è stato solo quello di creare una psicosi collettiva, ma ha anche influenzato l’economia italiana. Scopriamo come il nostro mercato ha reagito ai cambiamenti.
Supermercati letteralmente presi d’assalto e svuotati, l’ordinanza della Regione che prevede la chiusura di scuole, università, musei, cinema e altri luoghi pubblici.
I punti vendita hanno visto una vera e propria massa di persone preoccupate che volevano fare scorte, i contagi aumentano e aumentano anche le preoccupazioni.
Anche nei supermercati sono andati a ruba i prodotti di prevenzione come:
- guanti
- mascherine
- scorte alimentari
- flaconcini di gel igienizzante, sopra ogni altra cosa
Il disorientamento delle persone è palpabile e già nei giorni scorsi si sono formate code dentro e fuori dai negozi.
La situazione dell’economia italiana
Anche l’economia italiana ha subito dei cambiamenti a causa del Coronavirus. Le più colpite sono proprio alcune delle regioni più produttive come Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
Queste regioni hanno contribuito a formare circa il 40% de PIL nazionale. È anche vero che in una situazione come questa l’economia italiana potrebbe perdere fino a 0,2 punti percentuali di PIL.
L’ufficio Confali, coordinamento filiera agroalimentare di Confcommercio e Imprese per l’Italia, ha stimato 5 miliardi di euro come potenziale impatto sull’economia italiana. A queste cifre vanno affiancate quelle di Confesercenti, secondo le quali il coronavirus potrebbe determinare una perdita di 3,9 miliardi. Senza considerare i circa 60.000 mila posti di lavoro.
Per altri punti di vista invece il Coronavirus avrà conseguenze ancora più profonde sull’economia italiana. Infatti il PIL del 2019 si è contratto dello 0,3% e, con una nuova flessione nei primi mesi del 2020, si potrebbe andare incontro ad una recessione tecnica.
Si prevede però che i redditi salgano solo moderatamente, perché è probabile che le famiglie sentano le ripercussioni dell’allentamento del mercato del lavoro.
Inoltre secondo le previsioni gli investimenti pubblici, soprattutto nelle infrastrutture digitali e del settore dei trasporti, aumenteranno. Questo in concomitanza con i segnali di stabilizzazione del comparto manifatturiero a livello europeo e col calo dei flussi commerciali a livello mondiale. La conseguenza e che l’economia possa espandersi.
Coronavirus ed economia del turismo
Le ultime notizie a proposito del Coronavirus in Italia hanno messo in ginocchio in particolar modo l’industria del turismo, le stime prevedono circa 5 miliardi di euro persi.
Questo è solo uno dei settori che ha dovuto assorbire l’impatto del blocco dell’economia cinese e quindi della spesa della Cina.
A conferma di una situazione difficile come questa c’è l’allarme lanciato dalla vicepresidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli. Secondo lei: “Ci troviamo nella condizione di non poter più nemmeno stimare l’impatto a causa della drammatica evoluzione in corso”.
La crisi del settore del turismo infatti è evidente, oltre alle migliaia di cancellazioni dobbiamo considerare le mancate prenotazioni per tutto il secondo semestre 2020, normalmente già a buon punto.
Alla luce di questi recenti sviluppi Federturismo Confindustria e un se comparto che rappresenta oltre il 10% del PIL e oltre 4 milioni di lavoratori, hanno scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiedendo lo stato di crisi per il settore del turismo.
Misure e soluzioni al problema
E’ urgente l’assunzione di misure per alleviare il pesante impatto economico prevedendo misure straordinarie di supporto per i lavoratori dipendenti, gli artigiani e lavoratori autonomi danneggiati dalla crisi.
Il comparto del turismo in Italia conta quasi 216 mila esercizi ricettivi e 12 mila agenzie di viaggio per le quali e’ di fondamentale importanza definire misure per la gestione delle prenotazioni. Infatti il movimento di passeggeri negli aeroporti italiani supera i 180 milioni, quasi 80 milioni transitano per i porti.
Circa 75 milioni di escursioni turistiche sono realizzate attraverso l’uso dell’auto e per motivi di turismo il treno assicura 4,5 milioni di convogli. Inoltre l’associazione albergatori di Venezia stima che le disdette superino il 40%. E il dato va crescendo.
In ogni caso le difficoltà riguardano maggiormente gli eventi già programmati: se le cene in hotel, al pari di quelle dei pubblici esercizi, possono essere confermate,dovranno invece essere cancellati balli in maschera, feste,dibattiti e proiezioni.
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