Cominciano ad arrivare i primi dati ufficiali sul mercato dell’automotive nel periodo della pandemia.
Si confermano le previsioni più grigie: il lockdown ha paralizzato l’intero settore o quasi, con l’eccezione dei canali digitali che hanno resistito meglio. Vediamo in dettaglio cosa sta succedendo.
Produttori di pneumatici in crisi
Analizziamo innanzitutto lo scenario degli pneumatici con il più recente aggiornamento statistico fornito da ETRMA, l’associazione europea dei produttori di pneumatici e gomma, sul consuntivo delle vendite generate nel Vecchio Continente dalle aziende membro nel primo trimestre del 2020.
Come prevedibile, l’impatto della pandemia di Covid-19 è stato pesante, provocando un drastico calo delle vendite OE e delle sostituzioni di gomme rispetto al primo trimestre del 2019 (e quindi a una situazione di “normalità”).
Effetto pandemia sul mercato
In particolare, nei primi tre mesi dell’anno si registra una riduzione del 13 per cento nella vendita di pneumatici vettura, e soltanto a marzo il dato è calato del 26 per cento rispetto allo stesso mese del 2019. Le cause sono ovviamente da ricercare nella situazione contingente, fatta di auto largamente non utilizzate come in precedenza e per lo più ferme – da un lato – e dalle misure adottate dai produttori di pneumatici per proteggere la salute e il benessere dei propri dipendenti e rispettare le linee guida dei governi.
Vale a dire che molti brand – se non tutti – hanno adottato la chiusura temporanea degli impianti di produzione europei per evitare la diffusione del contagio del virus, tanto che le stime ETRMA (aggiornate al 7 aprile) raccontano di una capacità produttiva bloccata per l’89 per cento in tutta Europa, con l’84 per cento della forza lavoro interessata da questi provvedimenti (e parliamo di un comparto che occupa 370 mila persone solo nel Vecchio Continente) e il 10 per cento del personale R&S che non ha potuto continuare le proprie attività.
Il commercio digitale resiste
Le difficoltà del mercato hanno avuto effetti anche sul commercio digitale, che comunque è riuscito a reggere l’urto del lockdown: l’aggregato di affari per l’acquisto di componenti auto, moto e ricambi vale 1,2 miliardi in Italia e, in base alle ultime previsioni, dovrebbe riuscire a mantenersi in territorio positivo.
Sintomatico è quanto sta succedendo in queste settimane per il cambio gomme stagionale e il ritorno delle gomme estive: gli italiani sono di nuovo interessati a cercare informazioni su questo tema (anche Google Trends riporta la crescita della query gomme, che si rialza dopo il picco negativo di marzo) e ad acquistare i modelli adatti alla stagione calda sfruttando eCommerce come Euroimportpneumatici, che continuano a garantire vendita diretta e assistenza online.
Per l’automotive è paralisi
Se questa fetta di mercato resiste e per certi versi regge, più complicata è la situazione del comparto automotive nel suo complesso: gli stabilimenti di produttori di autoveicoli e di componentistica fermi e l’impossibilità di uscire hanno azzerato o quasi le vendite di auto, che fa registrare una paralisi in tutta Europa.
È stata l’associazione dei costruttori europei Acea a fornire i dati drammatici del settore, che a livello percentuale subisce una contrazione del 51,8 per cento su base annuale tra marzo 2020 e marzo 2019; in termini quantitativi, si è passati da 1.771.030 immatricolazioni dello scorso anno alle attuali 853.077, una perdita netta di oltre 900 mila unità. Non va meglio il dato trimestrale, che mostra una riduzione del 26 per cento rispetto al 2019.
In Italia -85% di immatricolazioni auto a marzo
In questo scenario è l’Italia che paga lo scotto più alto per la pandemia (anche perché è stato il primo Paese a dichiarare l’emergenza e bloccare): la contrazione qui raggiunge l’85 per cento in meno rispetto all’anno scorso, una vera e propria batosta che necessita di risposte rapide e concrete anche da parte delle Istituzioni per evitare il baratro.
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