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Piste ciclabili, dopo il Coronavirus la mobilità riparte a due ruote

L’emergenza Coronavirus ha costretto molti governatori a ripensare la rete urbana. Ecco tutte le novità e gli incentivi per la mobilità sostenibile.

Sfruttando il drastico calo del traffico stradale molte città hanno deciso di creare nuove piste ciclabili e di riconvertire le strade dedicate alla macchine. Uno degli esempi di questo cambiamento è la città di Bogotà, che solo a marzo ha creato circa 76 chilometri di percorsi ciclabili.

Ma la capitale della Colombia non è la sola ad aver approfittato del lockdown lanciando dei veri e propri incentivi alla mobilità a due ruote. Infatti da Philadelphia a Città del Messico, da Berlino a Londra, da Calgary a Vancouver, quasi tutte le metropoli stanno progettando il prossimo futuro della mobilità urbana che non può essere uguale alla precedente.

Anche in Italia tutte le amministrazioni si stanno preparando ad una ripartenza all’insegna della mobilità a due ruote e delle piste ciclabili. Alla base di questa scelta c’è però anche la netta riduzione del ricorso ai trasporti pubblici per ragioni sanitarie.

Come già successo in Cina la soluzione più semplice sembra essere quella dell’utilizzo di mezzi privati, ma questa non è la soluzione ideale anche perché in poco tempo la situazione tornerebbe la stessa. Vediamo quindi quali sono le mosse e gli incentivi per la mobilità sostenibile.

La richiesta delle associazioni ambientaliste

Diverse associazioni ambientaliste, circa 30 tra cui Fiab, Legambiente, Bikeitalia e Kyoto Club, hanno scritto a premier, ministri e Anci, per chiedere un forte impulso, anche con degli incentivi, alla mobilità sostenibile.

Il primo passo è sicuramente la riconversione delle infrastrutture urbane in piste ciclabili per proseguire poi con l’introduzione di incentivi dedicati alla mobilità sostenibile e attiva. Si tratta di soluzioni alternative alle auto private, come i percorsi ciclabili, e del tutto complementari con i trasporti pubblici.

Fonte foto: https://pixabay.com/it/photos/bike-sharing-biciclette-2246851/

Questa situazione può anche contribuire a risollevare il settore in crisi delle due ruote, che sta vivendo una grande flessione con -66% delle immatricolazioni di motociclette e -40% della vendita di biciclette.

Però molte città hanno mostrato interesse creando e riconvertendo percorsi ciclabili, ne sono un esempio città come Torino, Bologna, Milano e Roma. Qui sono state create delle reti di mobilità di emergenza e delle piste ciclabili che facilitano il transito per le due ruote con carreggiate e accessi dedicati, sottraendo molto spazio alle automobili.

I cambiamenti riguardano anche i parcheggi, visto che nello spazio di un’automobile possono entrare circa 6 scooter e quasi 15 biciclette. Rimane comunque evidente che i sindaci dovranno fare scelte coraggiose e finalizzate ad evitare le ormai ingestibili congestioni stradali.

Tutti i primi cittadini però si sono detti favorevoli alla creazione di nuove piste ciclabili, da rendere disponibili a breve, ma è necessario varare degli incentivi ad hoc per sostenere questo settore.

Coronavirus e piste ciclabili

Uno dei pochi aspetti positivi dell’emergenza Coronavirus riguarda proprio i percorsi ciclabili e la mobilità sostenibile. Infatti c’è stato una vera e propria accelerata nel completamento degli incentivi per rottamare:

  • 1.500 euro per automobili fino ad euro 3
  • 500 euro per motocicli a due tempi

L’obiettivo è finanziare l’acquisto di biciclette, classiche o elettriche, abbonamenti per i mezzi pubblici o per servizi di sharing. In totale sono stati stanziati 255 milioni di euro, il problema però è che mancano i decreti attuativi per rendere effettive queste procedure, anche se dovrebbero arrivare entro fine maggio.

Queste soluzioni servirebbero anche ad incentivare, come abbiamo detto, i servizi di sharing di bici, scooter e monopattini elettrici, servirebbero finanziamenti diretti alle aziende produttrici.

Tra le problematiche dobbiamo anche ricordare che molti dei mezzi presenti nei magazzini di Mobike, una delle aziende produttrici, a causa del lockdown. Inoltre anche l’intera filiera della bicicletta deve essere messa nelle condizioni di ripartire, altrimenti i progetti fin qui delineati non servirebbero a nulla.

Fonte foto:
https://pixabay.com/it/photos/bike-sharing-biciclette-2246851/

Davide Marroccoli

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Davide Marroccoli

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