Il riscatto della laurea conviene? È una soluzione che si cerca per anticipare la pensione perché gli anni di laurea vengono conteggiati come anni contributivi. Si tratta di una spesa di certo onerosa e, per questo, va ponderata. Per farli bisogna tenere conto di diversi elementi come l’anno di laurea, la posizione lavorativa, la storia assicurativa e, di conseguenza, al tipo di riscatto cui si può accedere. Esistono, infatti, simulatori di calcolo per valutare se conviene non solo per il prezzo ma anche a fini pensionistici, perché andando prima in pensione si rischia di perdere una parte consistente dello stipendio.
Il riscatto di laurea, va da sé, possono richiederlo quanti hanno concluso il percorso di studi. I titoli riconosciuti sono:
Valgono anche i titoli conseguiti all’estero ma che hanno valore legale in Italia.
Per i periodi che rientrano all’interno del periodo retributivo, la somma da versare si calcolata secondo la riserva matematica. Varierà, dunque, in base all’età, al sesso, al periodo da riscattare e alle retribuzioni percepite negli ultimi anni. Per i periodi che rientrano nel periodo contributivo si calcola applicando l’aliquota contributiva della gestione di riferimento sulla retribuzione degli ultimi 12 mesi dalla data di presentazione della domanda. L’onere da riscatto è deducibile.
L’importo dovuto può essere versato in un’unica soluzione o tramite MAV o addebito diretto sul conto corrente in 120 rate mensili. Il ritardo nel pagamento della prima rata è di soli 30 giorni ed è consentito un massimo di cinque volte.
L’art. 1 della legge 247/2007 rende possibile il riscatto a una prezzo forfettario anche a chi non ha versato contributi obbligatori. Per il calcolo del costo fa fede il reddito minimo imponibile della Gestione Artigiani e Commercianti e si applica l’aliquota di riferimento dei lavoratori dipendenti.
Il riscatto light o agevolato è possibile solo se i periodi da riscattare siano di competenza del metodo di calcolo contributivo. L’aliquota contributiva del 33%, come nel caso dei soggetti inoccupati, si applica al reddito minimo della Gestione Artigiani e Commercianti.
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