Direttore: Alessandro Plateroti

Dopo i recenti rallies, le borse oggi tirano un po’ il fiato

Complici di questa situazione le rivolte di Hong Kong e la rinnovata incertezza per gli accordi USA – Cina che, come sempre, sorprendono per la loro costante volatilità.

A Hong Kong infatti la violenza tra protestanti e polizia è arrivata a livelli piuttosto alti e sta mettendo a dura prova i listini asiatici .

Intanto Moody’s lancia un primo alert sui titoli di Stato di molti Paesi

La sintesi è la seguente “n sintesi gli esperti dicono che: “Politiche domestiche e un contesto geopolitico imprevedibile e potenzialmente distruttivo stanno peggiorando il trend di rallentamento della crescita del pil mondiale, aumentando i rischi di shock economici e finanziari, anche tenendo conto dei colli di bottiglia strutturali che gravano da tempo sull’economia globale”.

I livelli delle Borse sono ormai noti :

Ftse è sui massimi introno a 23.500 e sta seguendo un andamento un po’ laterale negli ultimi tre giorni .Il primo livello di guardia è a 23.000.

Dax sui massimi a 13.200, ha pero un gap aperto intorno a 13.000 che potrebbe essere chiuso nei prossimi giorni .

S&P, dopo aver toccato i massimi è in fase riflessiva e sta prendendo un andamento laterale. Prima soglia al ribasso è 3.029.

Al momento non si vedono rischi particolari, salvo un aumento della volatilità su Gennaio .

Domani usciranno i dati di Ferragamo previsti in lieve ribasso, sempre a causa dei rallentamenti sui mercati asiatici.

Scendono Ubi Banca e Diasorin mentre in salita Bper e Azimut che cerca la quota 21 .

Volatilità sul FTSE sempre molto bassa (8.5 ) e volatilità storica a 14,5 .Valori molto bassi.

Potrebbe impennarsi improvvisamente. Il consiglio è sempre lo stesso : cautela.

Clicca qui per iscriverti al nostro canale Telegram
Clicca qui per iscriverti alla Newsletter
Clicca qui per seguire la nostra pagina Facebook

Riproduzione riservata © 2024 - EFO

ultimo aggiornamento: 11-11-2019


Sprint finale sulla manovra, il governo a caccia di due miliardi

Alitalia, ora il governo ha fretta