Le attività legate alla compravendita di strumenti finanziari determinano particolari problematiche quali la corretta tassazione da applicare al guadagno ottenuto. In Italia il regime di tassazione legato alle rendite finanziarie muta a seconda della tipologia di investimento scelto. Vediamo dunque di capire quali dinamiche costituiscono il capital gain (o guadagno capitale) attraverso questa semplice guida.
Per definizione il capital gain, ai sensi dell’articolo 5 della Legge n 448/2001, non è altro che la differenza tra prezzo di emissione e prezzo di rimborso. Si tratta di una plusvalenza costituita dalla differenza tra il prezzo percepito all’atto della cessione della partecipazione e il costo d’acquisto al lordo degli oneri accessori, ad esclusione di eventuali interessi passivi, o il valore rideterminato in caso di rivalutazione delle partecipazioni stesse.
Tuttavia per attuare il guadagno capitale, è necessario che le cessioni degli strumenti finanziari avvengano a titolo oneroso. Parliamo quindi di azioni di compravendita, conferimento in società, datio in solutum, costituzione o cessione di diritto d’usufrutto. Questo poiché qualora tali cessioni avvengano mediante donazione o successione, non originano capital gain poiché non costituiscono titolo oneroso.
L’imposta sostitutiva del capital gain rappresenta quindi una forma di rendimento di un titolo finanziario. Non è però esclusiva, poiché il titolo finanziario stesso ha la facoltà di remunerare il possessore anche eventualmente attraverso dividendi e interessi. Tale operazione viene spesso erroneamente associata solo ai titoli azionari. In realtà esso può essere attuato anche mediante lo scambio di strumenti finanziari quali valute, titoli di Stato, quote societarie e obbligazioni.
Il capital gain è costituito dalla differenza positiva tra il prezzo di vendita ed il prezzo di acquisto di un dato strumento finanziario. Essi si realizza unicamente quando sussiste plusvalenza ovvero un incremento di valore, per il titolare dello strumento finanziario preso in considerazione. Qualora ad esempio il titolare possieda un titolo azionario acquistato a 15€ e rivenduto a 20€, vi è una plusvalenza pari a 5€ e avviene il guadagno capitale.
Esso può essere calcolato mediante due specifiche metodologie ovvero:
Riprendendo in esame l’esempio menzionato precedentemente, il rendimento assoluto del capital gain è pari a 5€ mentre il rendimento percentuale in questo caso è pari al 25%.
Il regime di capital gain coinvolge differenti tipologie di soggetti quali:
Non esiste tassazione del Guadagno Capitale per i soggetti che esercitano attività d’impresa poiché tale reddito fa parte in modo diretto del reddito d’impresa.
Il capital gain percepito da persone fisiche che non operano in regime di impresa, per quel che concerne la tassazione, viene caratterizzato in fase di dichiarazione dei redditi. Si tratta infatti di una tipologia di reddito differente e di natura finanziaria.
In questo caso la tassazione avviene mediante l’applicazione di un’imposta sostitutiva sui redditi che dal 1° luglio 2014 è stata fissata ad un valore pari al 26%. Redditi differenti, derivati da obbligazioni e altri titoli azionari citati nell’articolo 31 del DPR n. 600/73 vengono invece computati nella misura del 48,08% relativo all’ammontare ricavato dalla compravendita.
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