(Adnkronos) – E' crollato un costone di roccia a Monte di Procida, a poca distanza da Bacoli, nell'area dei Campi Flegrei, determinando un'enorme nuvola di fumo sulla spiaggia. L'episodio si è verificato poco dopo la scossa di terremoto che è stata registrata a mezzogiorno, magnitudo 2.6. Il crollo del costone ha provocato attimi di tensione tra i bagnanti dei lidi di Miliscola.  "Non ci sono feriti – ha detto all'Adnkronos il sindaco di Bacoli, Josi Della Ragione – Ero con la capitaneria di Porto e i geologi del comune di Bacoli per fare un controllo ai costoni, poiché un mese fa ho emanato un'ordinanza che vieta la balneazione e la navigazione a 400 metri dalla costa: in concomitanza con la scossa che c’è stata ai Campi Flegrei c’è stata una frana al costone di Monte di Procida, dal lato di Miliscola, è un'area interdetta alla balneazione da diversi anni".  "Non abbiamo mai registrato nessuna scossa sulla terraferma, ma solo a mare. Siamo una città di mare, questo significa che con le scosse sono sollecitati i costoni, già friabili, tufacei, soggetti a frane. Si pone di nuovo la questione della messa in sicurezza dei costoni e poi, a tutela della balneazione e dell’economia del territorio, c’è da tutelare anche il Parco archeologico sommerso di Baia che insiste sotto i costoni. Sono aree non visitabili se non si mettono in sicurezza", ha concluso il sindaco. L’effetto del bradisismo oggi ha mostrato un aspetto che per l’Ordine dei Geologi della Campania è sottovalutato. L’evento sismico di magnitudo 2.6 delle 11.59 di oggi, infatti, ha causato il cedimento di una parte del costone a Monte di Procida, in località Torrefumo. L’accaduto ha riacceso il dibattito sulla vulnerabilità dei fabbricati e l'importanza delle condizioni di stabilità idrogeologica del contesto in cui sorgono.  "Noi geologi lo sosteniamo da tempo: la valutazione della vulnerabilità di un fabbricato non può prescindere dalle condizioni di stabilità idrogeologica del contesto in cui si trova. La sola analisi della vulnerabilità sismica non è sufficiente; è fondamentale considerare anche la stabilità e il rischio idrogeologico dell'area", dice il presidente Egidio Grasso. "L'evento odierno – prosegue Grasso – è un esempio lampante su come l'interazione tra fenomeni sismici e aree a rischio idrogeologico possa avere conseguenze disastrose. La frana a Monte di Procida non solo ha messo in pericolo la vita dei presenti, ma ha anche sottolineato l'importanza di una valutazione integrata di tutti i rischi naturali".  Per garantire la sicurezza delle costruzioni e delle persone che le abitano, per il presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania "è necessario adottare un approccio integrato nella valutazione dei rischi". Questo include analisi sismica per valutare la risposta dei fabbricati agli eventi sismici; stabilità idrogeologica per esaminare la stabilità del terreno e il rischio di frane; pianificazione territoriale per progettare e costruire tenendo conto delle caratteristiche geologiche e idrogeologiche del territorio. "I geologi giocano un ruolo cruciale in questo processo, fornendo le competenze necessarie per valutare i rischi e suggerire interventi mirati. La nostra esperienza ci insegna che soltanto attraverso una conoscenza approfondita del territorio è possibile prevenire disastri e garantire la sicurezza della popolazione", prosegue Grasso. "L'evento di oggi a Monte di Procida ci ricorda la fragilità del nostro territorio e l'importanza di un'adeguata valutazione dei rischi naturali. È essenziale che le autorità e i professionisti del settore collaborino per sviluppare strategie di prevenzione e mitigazione che tengano conto di tutti gli aspetti del rischio, garantendo così una maggiore sicurezza per tutti", conclude.  —[email protected] (Web Info)
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ultimo aggiornamento: 11 Luglio 2024 17:16