Direttore: Alessandro Plateroti

L’umiltà, in tutta probabilità, è uno dei tratti che più contraddistingue le qualità degli individui. Sentire Mario Draghi, in quello che si può ritenere il suo discorso di congedo da Primo Ministro, dire che “questi 20 mesi sono stati un’esperienza straordinaria, di cui sono molto contento, in cui ho imparato molte cose”, conferma ancora una volta la sua grandezza, non facendo che aumentare il rammarico per aver dato il “ben servito” alla persona che forse ha dato più lustro e credibilità al nostro Paese da molti anni a questa parte.

Tralasciando qualsiasi considerazione politica, l’ultimo atto formale del Governo uscente è stato il Consiglio dei Ministri in cui è stato decisa la proroga sino al 18 novembre del taglio delle accise sui carburanti, pari a circa 30 centesimi.

Il prossimo Governo, la cui formazione, al netto delle preoccupanti tensioni di queste ore, dovrebbe essere questione di giorni (si ipotizza il giuramento già lunedì, se non addirittura nel fine settimana) partirà con una “dote” di circa € 20 MD, “lascito” del precedente esecutivo (€ 10 MD per l’anno in corso, € 10 MD da imputare al prossimo), ma con urgenze che pesano come macigni, con un’ipotesi di spesa ancora superiore (non meno di € 30 MD). La priorità, ovviamente, è il costo dell’energia, con le bollette che già presentano un aumento del 60 e più per cento. Fortuna vuole che i prezzi del gas in queste settimane sono tornati ai valori di tarda primavera, con una riduzione del 70% dai picchi fatti registrare verso la fine di agosto, quando è arrivato a toccare € 353 (sperando che non subiscano un’impennata da qui a fine ottobre), per cui l’Arera, l’ente per l’energia, potrebbe “moderare” gli aumenti delle bollette del gas, con ritocchi inferiori alle ultime previsioni.

Se ieri il Consiglio dei Ministri è stato l’ultimo atto formale dell’esecutivo Draghi, il vertice UE di oggi sull’energia sarà l’ultima uscita internazionale del Presidente del Consiglio. Ancora una volta i differenti schieramenti tra chi è favorevole all’introduzione di un price cap, per quanto in una versione “edulcorata” e chi, invece, si oppone drasticamente (in prima linea Germania e Olanda), torneranno a confrontarsi: non sarà quindi un vertice in cui l’ordine del giorno sarà semplicemente il saluto a Draghi, ma, molto probabilmente, l’occasione, per il nostro Primo Ministro di far valere ancora una volta la sua autorevolezza e la sua competenza.

Il tutto mentre l’inflazione non si ferma. A settembre, a livello di Eurozona, è stato toccato il 9,9% (9,1% ad agosto), un dato peraltro leggermente inferiore alle stime, che la proiettavano al 10%. Quella core, depurata cioè di energia, alimentari, alcol e tabacchi, era al 6,4%. L’inflazione italiana era al 9,4%, in linea sostanzialmente con la media UE (ma nei Paesi baltici l’aumento dei prezzi ha superato il 20%, mentre in Francia è al 6,2%).

Venendo al nostro Paese, un aiuto potrebbe arrivarci dalla Commissione Europea. Infatti, sono allo studio delle modifiche al “patto di stabilità”, la norma che sovrintende alle leggi di bilancio dei singoli Stati membri. Si potrebbe andare verso la negoziazione, soprattutto da parte di quei Paesi con un debito pubblico particolarmente grave (quelli che superano il 100% del PIL sono 6), di piani ad hoc, in grado di garantire la sostenibilità del debito pubblico. A fronte, ovviamente, di prove “tangibili” in merito agli sforzi che i singoli Governi dovranno adempiere per tenerlo sotto controllo.

Ancora deboli i mercati asiatici. A Hong Kong non si ferma il ribasso, con l’indice Hang Seng (– 1,68%) che tocca i minimi dal 2009. Meglio va a Shanghai, che si riporta vicino alla parità, mentre a Tokyo il Nikkei è vicino a perdere l’1%.

Futures al momento contrastati, con andamenti ondivaghi.

Petrolio in salita, con il WTI a $ 85,56 (+ 1,11%).

Gas naturale Usa a $ 5,539.

Piatto l’oro, a $ 1.635.

Spread a 238 bp, con il rendimento del BTP a 4,75%.

Treasury a 4.14%, massimo dal 2008. Dall’altro parte dell’oceano cominciano a giungere segnali che fanno pensare che inizia a rompersi il muro di certezze su ulteriori, forti rialzi dei tassi da parte della FED, dopo che il presidente della FED di St. Louis ha dichiarato che bisogna cominciare a riflettere su quale sarà il livello più corretto del costo del denaro.

€/$ sempre vicino a 0,98 (0,9791).

Bitcoin che “tiene” i $ 19.000 (19.133. – 0,33%).

Ps: l’Italia non è l’unico Paese in cui c’è un “cambio della guardia” a livello di Governo. In questi giorni in Svezia ha giurato il nuovo Governo, guidato dal premier Ulf Kristerssons. Sappiamo come i Paesi  nordici siano da sempre attenti ai diritti civili e alle pari opportunità. E ieri ne abbiamo avuto l’ennesima conferma. Tra i 24 ministri che lo pongono, infatti, trova posto Romina Pourmokhtari, la nuova Ministra per l’ambiente. Età: 26 anni.

Riproduzione riservata © 2024 - EFO

ultimo aggiornamento: 20-10-2022


Profezie che si autodeterminano

Ma che solidarietà e solidarietà…