È una delle misure di sostegno economico a coloro che, per diverse ragioni, si trovano a percepirlo. Ma qualcosa, a partire da questo anno, sta per cambiare.
Stiamo parlando dell’assegno di invalidità: ci sono delle nuove agevolazioni per chi lo percepisce e, anche, la possibilità di maturare altri contributi nel corso dei primi 5 anni. Cerchiamo di capire insieme di cosa stiamo parlando.
Si tratta di un assegno molto particolare destinato ad una categoria specifica di persone. Ma ci sono delle novità appena arrivate da parte dell’INPS.
Assegno di invalidità: ecco i cambiamenti
Una circolare INPS che starebbe per destabilizzare tutti coloro che si trovano a percepire, per una serie di ragioni e motivazioni, un assegno di invalidità. L’ente previdenziale, infatti, ha comunicato delle importanti novità per quel che riguarda l’assegno ordinario quanto anche la pensione indiretta e, queste novità, riguardano la valutazione del requisito contributivo per il riconoscimento della prestazione.
Partiamo dall’inizio. Quando si parla di assegno di invalidità si identifica una prestazione economica che viene erogata su richiesta dell’interessato, in presenza di determinati requisiti. E’ riconosciuta a chi soffre di infermità fisica o mentale tale da determinare una riduzione della capacità lavorativa pari a meno di un terzo.
Vi sono, però, altri presupposti per l’ottenimento dell’assegno di invalidità, come ad esempio i contributi versati. E’ necessario che la persona che ne fa richiesta abbia maturato almeno cinque anni di assicurazione e almeno cinque anni di contributi, di cui almeno tre anni nel quinquennio precedente alla data di presentazione della domanda.
Cosa dice una circolare INPS
Sembra in realtà un qualcosa di complesso e complicato, specialmente se si tratta di un lavoratore che non ha una carriera lineare ed è, dall’altro lato, passato anche per un breve periodo dell’essere una partita Iva.
Partendo dal presupposto che, per ogni contratto di lavoro è obbligatoria l’assicurazione per l’invalidità e la vecchiaia, dall’altro lato c’è una risposta in merito da parte del Ministero delle politiche sociali e del lavoro che specifica come “[…] bisogna consentire la più ampia possibilità di valorizzazione delle diverse posizioni assicurative maturate nel corso della carriera professionale da realizzare attraverso il computo unitario della complessiva contribuzione accreditata nelle gestioni esaminate” – spiega.
Questo è stato comunicato dall’INPS nel messaggio n. 246 del 22/01/2025, in seguito al parere del Ministero del Lavoro. Una circolare che va approfondita nel merito. Sta di fatto che, ogni singolo lavoratore ha diritto alla pensione e, dall’altro lato, anche alla previdenza in caso di infortuni.