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Quello dei buoni pasto è un mondo per molti lavoratori ancora oscuro: ecco tutto quello che c’è da sapere.
I buoni pasto sono un diritto dei lavoratori dipendenti, per poter usufruire del servizio mensa della propria azienda o per poter comprare cibo presso determinati luoghi luoghi aderenti, come supermercati, bar o ristoranti. Si tratta di un’importante vittoria sindacale, che fa del bene ai lavoratori che hanno un contratto di collaborazione dipendente. tuttavia come in tutte le cose ci sono alcune caratteristiche da rispettare e alcune categorie di persone che ne hanno diritto, mentre altre no. Ecco tutto quello che non hai mai capito sui buoni pasto.
I buoni, chiamati anche ticket restaurant, sono un’agevolazione importante per i lavoratori che altrimenti avrebbero speso soldi per consumare i propri pasti durante l’orario di lavoro. in questo modo la soddisfazione del primario bisogno di nutrirsi, anche se accade a cavallo con un turno di lavoro, non grava sul sulle spese del lavoratore.
Come funzionano i buoni pasto? Tutto quello che devi sapere: chi ne ha diritto e chi no.
Una novità che riguarda i dipendenti statali e il loro diritto ai buoni pasto. Se rientri in questa categoria potresti voler conoscere alcune informazioni in più riguardo questo ambito del tuo lavoro dipendente. Secondo il rinnovo contrattuale previsto per gli statali, da oggi in poi è possibile riconoscere i buoni pasto anche per i giorni passati in lavoro agile, ovvero in “smart working”, se collegati entro determinati orari.
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Questo perché lo smart working non diventi una scusa per le aziende per trattare diversamente, o peggio “sfruttare”, i lavoratori, che hanno diritto alla pausa pranzo anche se lavorano da remoto, in casa propria. I sindacati hanno chiesto più volte per diverso tempo questo beneficio, che finalmente è stato riconosciuto a chi offre il proprio servizio allo Stato. Per il momento questo diritto vale soltanto per le Funzioni Centrali, ma presto potrebbe essere esteso ad altri enti e aziende, andando ad appianare le differenze eventualmente discriminatorie.
Sono anche i sanitari che cercano di chiedere, da tanto tempo, i buoni pasto in sostituzione della mensa. La Corte di Cassazione ha così stabilito, in una recente sentenza, come riporta il sito web Businessonline.it, che i buoni pasto “non hanno una funzione retributiva, ma un carattere assistenziale”.
Per il momento la situazione non cambia nemmeno per insegnanti e personale ATA, che continuano a non avere diritto ai buoni pasto.