I mercati azionari europei hanno registrato una chiusura negativa il 15 gennaio 2025, con Milano e Francoforte che hanno subito cali significativi. Il pessimismo riguardante l’andamento dell’economia statunitense e le politiche commerciali dell’amministrazione Trump hanno pesato sulle performance dei listini, influenzando il clima di fiducia degli investitori.
Nella giornata di ieri, i mercati azionari europei hanno mostrato segnali di debolezza, riflettendo il clima di preoccupazione proveniente da Wall Street. Gli analisti avvertono che l’economia americana potrebbe affrontare una frenata a causa delle politiche commerciali adottate da Donald Trump, insieme ai recenti tagli alla spesa e al personale pubblico. La Borsa di Milano ha chiuso con un ribasso dello 0,95%, portando l’indice Ftse Mib a 38.225 punti. Anche la Borsa di Francoforte ha vissuto una giornata difficile, con un calo dell’1,7%, aggravato da tensioni politiche interne. Madrid ha registrato una perdita dell’1,3%, mentre Londra, Amsterdam e Parigi hanno chiuso in ribasso, con perdite rispettive dello 0,9%.
Il differenziale tra i Btp italiani e i Bund tedeschi a 10 anni ha mostrato un lieve aumento, con lo spread che ha chiuso la seduta a 113 punti base, rispetto ai 111 punti dell’apertura. Il rendimento del titolo del Tesoro italiano ha raggiunto il 3,96%, avvicinandosi ai massimi toccati lo scorso luglio. L’euro ha mantenuto una certa stabilità, oscillando attorno a quota 1,084 nei confronti del dollaro.
Le criptovalute hanno continuato a subire pressioni, con il Bitcoin che è sceso fino a 78.000 dollari, il livello più basso dal novembre 2024. Sul fronte energetico, il prezzo del gas è aumentato, con il future sul metano a Amsterdam che ha chiuso in rialzo del 3,1%, raggiungendo i 41,2 euro per Megawattora. Al contrario, il petrolio ha mostrato segni di debolezza, con un calo di circa un punto percentuale, cercando di mantenere il valore di 66 dollari al barile.
Tra i titoli di maggior peso a Piazza Affari, Buzzi ha registrato un calo significativo del 6,1%, scendendo a 48,3 euro. Le banche hanno mostrato performance deludenti, con Mps che ha perso il 4,5% e Unicredit il 3,3%. In controtendenza, Tim ha mantenuto il suo valore, mentre Campari e Diasorin hanno visto rispettivamente un incremento del 3,2% e del 4,6%.
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