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Quando il bonifico ai figli diventa una fonte di tassazione?

Un genitore ha il diritto di donare denaro ai propri figli attraverso un bonifico, ma è necessario pagare le tasse sulla cifra versata?

Un genitore ha il diritto di donare denaro ai propri figli attraverso un bonifico, ma ci sono delle procedure da seguire e in alcuni casi è necessario che i figli paghino le tasse su questi soldi poiché vanno dichiarati nei loro redditi.

Per capire quando è necessario un notaio per la donazione e quando non lo è, bisogna considerare la causale del bonifico.

Se il bonifico è di modico valore, la presenza di un notaio non è richiesta. Tuttavia, un bonifico di modico valore non dovrebbe impoverire troppo il donante o arricchire in modo eccessivo il destinatario. Se la donazione ha un valore considerevole, la presenza di un notaio è quasi sempre richiesta, a meno che si tratti di una donazione indiretta per uno scopo specifico, come l’acquisto di un’abitazione o il pagamento di un debito.

Il genitore potrebbe effettuare un bonifico come prestito o per la restituzione di uno. Tuttavia, la causale del versamento deve specificare se si tratta di una donazione, un prestito o la restituzione di uno. In questi casi, il bonifico non ha alcuna rilevanza fiscale e il denaro ricevuto non deve essere considerato come reddito, quindi non sarà soggetto a tasse.

calcolatrice e calcoli

CTR Piemonte: il bonifico dai genitori ai figli se “rilevante” va dichiarato

Tuttavia, la sentenza della Commissione Tributaria del Piemonte numero 773 del 6 ottobre 2021 esplora un caso specifico in cui un padre ha fatto un bonifico alla figlia ma non ha fornito la prova che tale movimento fosse “fiscalmente irrilevante”. In questa sentenza, sia l’appello della contribuente che l’appello dell’ufficio sono stati respinti.

Ci sono due elementi che sostengono la decisione n. 773 della Corte Tributaria Regionale del Piemonte. In primo luogo, la causale del bonifico non indicava una donazione, ma sembrava essere una restituzione. In secondo luogo, la ricostruzione dei fatti suggerisce che le somme di denaro trasferite dal padre al conto corrente della figlia siano considerate entrate non dichiarate, a meno che la contribuente non dimostri che tali movimenti bancari non hanno alcuna rilevanza fiscale.

La contribuente afferma che il denaro inviato a suo padre tramite bonifico derivi dalla riduzione del capitale della società a seguito della sua trasformazione da società per azioni a società a responsabilità limitata. Il padre ha ricevuto il denaro e successivamente una parte di questo è stata restituita tra il 2002 e il 2006. Infine, è stato effettuato un ultimo bonifico di 152.000 euro (che costituisce l’oggetto del processo). Tuttavia, la sentenza afferma che questa spiegazione non è sostenuta da alcuna prova: “Non è dimostrato infatti che la somma fosse stata trasmessa dalla G. L. al padre perché la investisse né che i successivi bonifici dal padre alla figlia, ivi compreso quello oggetto di causa avessero come causale la sua restituzione. Giova ricordare che è onere del contribuente fornire la prova del negozio sottostante le somme accreditate, prova che nel caso di specie non sussiste.”

Onere della prova a carico dei figli

La CTR Piemonte ha affermato che la figlia deve fornire un adeguato supporto probatorio del negozio sottostante i passaggi di denaro in questione. 

La CTR Piemonte ha rigettato l’appello della contribuente, sostenendo che i movimenti bancari possono fornire prove presuntive di maggiori ricavi o operazioni imponibili. Queste prove possono essere utilizzate per dimostrare l’esistenza di un’eventuale attività occulta, come impresa, arte o professione, e per quantificare il reddito da essa ricavato. 

Il contribuente deve dimostrare che i movimenti bancari che non hanno una giustificazione sulla base delle dichiarazioni non sono fiscalmente rilevanti. Inoltre, la CTR ha specificato che questa non può trattarsi di una donazione in quanto l’appellante aveva fornito una diversa spiegazione e la causale del bonifico indicava la dicitura “restituzione”, che è incompatibile con la sua qualificazione come liberalità.

Quindi, la persona che ha ricevuto il bonifico dal padre sarà tenuta a pagare le imposte corrispondenti su quel denaro.

Rachele Giudice

Appassionata di comunicazione e informazione, per me conoscere il mondo dell'economia e della finanza è fondamentale per essere indipendenti.

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