L’acqua è di vitale importanza per le persone, eppure il costo della bolletta può variare in base alle regioni. In alcune puoi dire addio ai risparmi!
La bolletta dell’acqua è un documento che riporta i consumi idrici di un’utenza domestica o aziendale e i relativi costi. È emessa dai gestori del servizio idrico e comprende diverse voci, tra cui il consumo effettivo, gli oneri di sistema e le imposte, offrendo una panoramica dettagliata del servizio.
La struttura della bolletta si basa su una tariffazione a scaglioni: il costo per metro cubo d’acqua aumenta con il crescere del consumo. Questo sistema incoraggia un uso responsabile della risorsa idrica, penalizzando gli sprechi. A ciò si aggiungono costi fissi, come quelli per il mantenimento delle infrastrutture.
Un’altra componente rilevante è il servizio di fognatura e depurazione, che copre la gestione e il trattamento delle acque reflue. Questi costi, obbligatori per legge, rappresentano una parte importante della bolletta e variano in base alla zona geografica e al gestore.
La bolletta dell’acqua, infine, include le imposte, come l’IVA, applicata in misura ridotta al 10%. Comprendere le voci della bolletta aiuta a monitorare i consumi e a individuare eventuali inefficienze, promuovendo una gestione sostenibile di una risorsa preziosa e limitata.
La bolletta dell’acqua
Negli ultimi anni, il costo delle bollette idriche in Italia ha registrato un incremento significativo, influendo pesantemente sulle finanze delle famiglie. Sebbene la spesa media annua per una famiglia di tre persone sia di 478 euro, in alcune regioni questa cifra è nettamente più alta, superando anche i 700 euro. Queste disparità sono il risultato di differenze locali nelle tariffe e nella gestione dei servizi idrici.
Secondo il XIX Rapporto sul servizio idrico integrato di Cittadinanzattiva, oltre due terzi dei capoluoghi italiani hanno visto un aumento delle tariffe nel 2023. Questo trend riflette non solo l’inflazione generale dei servizi pubblici, ma anche l’urgenza di investire in infrastrutture e gestione delle risorse. Tuttavia, la frammentazione territoriale fa emergere forti disuguaglianze tra le regioni.
Le differenze tra regioni
La Toscana si posiziona come la regione più costosa per l’acqua, con capoluoghi come Frosinone, Siena e Grosseto che hanno registrato spese annuali superiori a 800 euro nel 2023. In alcune zone, l’aumento delle tariffe ha raggiunto il 14,8% negli ultimi cinque anni, sottolineando l’urgenza di una gestione più equa e sostenibile delle risorse idriche.
Questa situazione non è limitata alla Toscana. In città come Vibo Valentia, le tariffe sono aumentate del 16% rispetto al 2022, mentre ad Isernia i costi sono quasi raddoppiati rispetto al 2019. Questi dati evidenziano un panorama nazionale frammentato, in cui le differenze territoriali hanno un impatto significativo sui consumatori, rendendo necessario un intervento per garantire l’accesso equo a un bene essenziale come l’acqua potabile.