Bjoggi, all’anagrafe Bjorgolfur Thor Bjorgolfsson, è un finanziere che dopo alterne fortune è diventato l’uomo più ricco d’Islanda. Per questo primato, e per le sue intuizioni d’investimento sulle start-up, è anche il primo islandese a finire nella classifica stilata da Forbes.
Ma Bjorgolfur Bjorgolfsson è famoso anche nel nostro paese per essere riuscito ad arrivare al 3% delle quote di Telecom Italia. Questo anche se il suo trust era tra i tanti investitori che hanno votato contro la lista Vivendi. Inoltre Bjorgolfur Bjorgolfsson ha acquistato numerose azioni di Mediobanca, tanto da riuscire a sponsorizzare la lista del fondo attivista Bluebell. Scoprimo quindi chi è, come si è arricchito e come è arrivato a Telecom e Mediobanca.
Prima di arrivare ad acquisire il 3% di Telecom e altre consistenti azioni di Mediobanca Bjorgolfur Bjorgolfsson è, per così dire, partito dal basso. Infatti dopo essersi fatto le ossa nell’ambiente finanziario islandese decide, in società con l’imprenditore russo Magnus Porsteinsson, di aprire una ditta si imbottigliamento. Gli affari girano bene, tanto che l’intera azienda e lo stabilimento saranno poi rivenduti alla Pepsi.
Con i ricavi di questa manovra Bjorgolfur Bjorgolfsson riesce ad avere la liquidità per finanziare la Bravo Brewery, una distilleria di birra. Dopo alterne fortune economiche, e alcuni investimenti finiti male, l’islandese riuscirà a vendere lo stabilimento alla Heineken, per circa 325 milioni di dollari.
Anche questa volta l’animo della finanza si fa sentire e Bjorgolfur Bjorgolfsson decide di reinvestire la somma ottenuta dalla vendita della catena di birrerie. Infatti con quei capitali l’uomo d’affari finanzierà molte start-up islandesi, mentre il resto dei capitali finiranno in banche islandesi come la Landsbanki. Dopo aver rilevato il 45% di questa stessa banca, Bjorgolfur Bjorgolfsson decide di fondare nel 2003 la Novator partner, una private equity che collega Londra al Lussemburgo.
Come è capitato a molte alte persone, seppur in misura e condizioni differenti, anche Bjorgolfur Bjorgolfsson ha risentito della crisi finanziaria del 2008-2011. Infatti il crack finanziario ed economico legato ai mutui subprime e, più in generale alla Lehman Brothers, ha lasciato l’imprenditore islandese sul lastrico.
Lo steso destino è toccato alla banca Landsbanki, di cui ricordiamo che possedeva il 45%, e a molte altre attività. Tuttavia negli stessi anni della crisi Bjorgolfur Bjorgolfsson si scuserà con gli investitori e con gli islandesi per aver contribuito, seppur in modo inconsapevole, ad alimentare la bolla speculativa. Dopo qualche tempo però, come ogni buon imprenditore che si rispetti anche l’islandese riesce a risorgere e ripartire. Infatti, grazie all’aiuto e al contributo di amici e investitori, riesce in pochi mesi a ripagare i suoi debiti e torna ad accumulare ricchezza.
Proprio per questo motivo Forbes, che lo aveva declassato a seguito dei suoi ultimi investimenti, lo ha riabilitato e reinserito nella sua classifica. Nel 2017, sempre secondo la nota rivista, Bjorgolfur Bjorgolfsson possedeva un patrimonio di circa 1,81 miliardi di dollari. Ciononostante sia il nome dell’imprenditore islandese, che quello del padre, sono saltati fuori a seguito dello scandalo sui Panama Papers.
Fonte foto di copertina: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/82/Bjorgolfur_Thor_Bjorgolfsson_til_debatarrangenmentet_Thors_Saga.jpg
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