Macerata, 21 marzo 2025 – La stagione primaverile è ufficialmente iniziata e con essa emergono le preoccupazioni degli agricoltori locali riguardo alla situazione climatica e alle colture. Secondo il presidente di Coldiretti Macerata, Francesco Fucili, le scarse precipitazioni nevose durante l’inverno hanno sollevato interrogativi sulla ricarica delle falde acquifere, fondamentali per le colture estive. Nonostante le piogge abbondanti abbiano giovato ai cereali e alle coltivazioni primaverili, l’incertezza regna per i mesi a venire, con la speranza che ulteriori piogge possano prevenire una carenza idrica durante l’estate.
Fucili ha messo in evidenza che gli agricoltori stanno affrontando diverse criticità, tra cui la minaccia di insetti e malattie fungine. In particolare, i danni causati dalle gelate di inizio primavera su verdure come carciofi, finocchi e insalate rimangono ancora da valutare. La semina di girasoli e barbabietole è già stata completata, mentre le colture primaverili sono in fase di impianto. Sebbene la stagione sia iniziata positivamente, la mancanza di neve ha limitato la ricarica delle risorse idriche. Fucili ha anche sottolineato come i rincari energetici stiano gravando pesantemente sulle spese degli agricoltori, in particolare se l’estate si rivelasse secca, costringendo a un uso intensivo di pompe elettriche per l’irrigazione.
Francesco Guzzini, cerealicoltore di Recanati, ha confermato l’andamento positivo delle semine primaverili, in particolare per le bietole. Tuttavia, ha segnalato un problema significativo legato ai piselli da industria, colpiti da una forte incidenza di peronospora, un fungo che prospera in condizioni di alta umidità. Guzzini ha richiesto alla Regione una deroga per un uso maggiore di prodotti fitosanitari, evidenziando la necessità di trattamenti ripetuti per salvaguardare il raccolto.
Un inverno mite, sebbene caratterizzato da una certa piovosità, ha favorito la proliferazione di insetti e malattie fungine. Gianmario Menatta, della società agricola Menatta a Morrovalle, ha dichiarato che l’assenza di gelate ha evitato perdite nella produzione, ma ha anche contribuito a un anticipo delle malattie, come la peronospora, che normalmente si manifestano più tardi nella stagione. Menatta ha osservato come il cambiamento climatico stia influenzando le coltivazioni, con varietà di finocchi e insalate che ora riescono a resistere meglio alle temperature invernali, permettendo una maggiore produzione locale.
Infine, i costi di produzione rimangono elevati. Menatta ha evidenziato come i prezzi di concimi e gasolio siano rimasti stabili su livelli medio-alti dalla pandemia in poi, mentre i costi dell’energia continuano a crescere. Questo aumento dei costi si riflette anche nelle bollette, passando da 1000 a 1500 euro, senza che gli agricoltori abbiano potuto aumentare i prezzi dei loro prodotti come invece fanno i supermercati.
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