Via libera per gli enti locali ai benefici pensati per le aziende e che nascono dalla risposta sugli investimenti in energia. Scopriamo come funzionano le agevolazioni.
Dopo la quarantena e la lenta ripresa, arriva finalmente l’estensione delle agevolazioni Covid anche per i Comuni. Infatti, a proposito degli enti locali sono, sono state emanate due normative di profilo economico ed entrambe relative alla legge di bilancio. Nello specifico la prima è sul credito d’imposta relativo a investimenti di beni strumentali, mentre la seconda si riferisce al bonus facciate. Vediamo di capire cosa considerano queste decisioni e in che modo è possibile estendere le agevolazioni Covid anche ai Comuni.
Agevolazioni Covid: le pronunce dell’Agenzia
Come abbiamo anticipato, dopo diverse interrogazioni, si è deciso di estendere le agevolazioni Covid previste dal Governo anche ai Comuni. Ciononostante però le pronunce sono di difficile interpretazione, perciò vediamo di capire meglio cosa comprendono. La prima è sicuramente la più problematica, poiché fa riferimento agli investimenti nell’ambito di attività di produzione e distribuzione di energia elettrica. La seconda invece è relativa alla detrazione del superbonus e del bonus facciate.
A complicare la questione c’è il fatto che la distribuzione di energia non è soggetta all’Ires, ma è rilevante ai fini Iva e al credito d’imposta. L’Agenzia delle Entrate però ha sottolineato che le agevolazioni Covid sono disposte per imprese che abbiano investito in diverse tipologie di beni. In questo caso specifico si fa riferimento a beni materiali nuovi o strumentali necessari all’esercizio d’impresa. Perciò sembra che il credito d’imposta spetti anche agli enti locali, con conseguente estensione delle agevolazioni Covid per i Comuni.
Agevolazioni Covid: la decisione
Bisogna sottolineare che l’Agenzia delle Entrate è arrivata alla decisione promuovendo lo strumento del credito d’imposta. Va però detto che questa modalità prescinde da specifici riferimenti dell’Ires e perciò si rende disponibile anche agli enti locali. Ma resta il fatto che i Comuni non sono imprese, né da un punto di vista civilistico, né fiscale.
Inoltre, la stessa esclusione dei Comuni dall’Ires, non può che significare che non producendo reddito il Comune non è assimilabile ad un’impresa. Nonostante lo scenario di difficile interpretazione una cosa sembra chiara, gli enti locali, non potendo generare reddito imponibile come una qualunque azienda, non possono accedere alle agevolazioni Covid.
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