Il 13 marzo 2020 le maggiori criptovalute hanno visto il loro valore dimezzato. Sono stati bruciati oltre $100 miliardi rispetto al picco di febbraio, cosa è successo?
Le criptovalute, le monete virtuali, sono da sempre (o meglio, dal 2009, anno della creazione del bitcoin) altamente volatili e totalmente non correlate all’andamento di ogni altra moneta o bene. Le aspettative per il 2020 erano altissime. Gli entusiasti sostenevano che le cripto valute avrebbero superato qualsiasi rendimento mai ottenuto, in gergo avrebbero moon (si sarebbero spinte fino alla luna). Ma il 13 marzo 2020 (quasi) tutte le maggiori cripto valute hanno visto il loro valore dimezzarsi, bruciando oltre $100 miliardi in 28 giorni (13 febbraio 2020-13 marzo 2020). Cosa è successo?
Vengono identificate tre ragioni principali: il coronavirus, l’accumulo di bitcoin da parte dei miners e lo scandalo di PlusToken.
Coronavirus
Nonostante il mercato delle cripto valute non sia correlato con i mercati finanziari tradizionali, il che ha portato anche a definire il bitcoin come un porto sicuro (definizione analizzata e commentata dal Financial Times), gli analisti hanno osservato una diminuzione degli usuali volumi di scambio nei più utilizzati mercati di cripto valute dall’inizio della pandemia. Vale la pena ricordare che, a differenza delle valute comuni, le criptovalute basano il loro valore unicamente su domanda e offerta – non hanno quindi un valore nominale. Assenza di partecipanti nei mercati si traduce in mancanza di liquidità, che predispone il mercato ad un crash.
Accumulo di bitcoin da parte dei miners
I miners (che attraverso sofisticati algoritmi computazionali “creano” i bitcoin) hanno recentemente iniziato a vendere meno di quanto “estraggono”. Storicamente, questa azione coincide con ritorni negativi e rappresenta un’offerta di mercato più debole. L’accumulo di cripto valute da parte dei “produttori”, similmente a quello di altri beni, avviene quando il mercato è percepito come troppo soffice, quindi incapace di assorbire l’offerta. Significa che gli stessi protagonisti del mercato sono coscienti della debolezza della domanda.
Lo scandalo PlusToken
È risaputo che le criptovalute siano anche alla base di traffici illeciti, dato il loro vasto utilizzo come metodo di pagamento nel deep web. Ebbene, il portafoglio digitale PlusToken, nel quale possono essere depositati vari tipi di criptovalute, ha prima rubato bitcoin per un valore pari a $2 miliardi ad utenti in Cina e Corea attraverso uno schema Ponzi e poi ha tentato di riciclarne una parte (circa $ 118 milioni). Al momento della scoperta del crimine, il prezzo dei bitcoin è sceso drasticamente, trascinando con sé le altre criptovalute. Contemporaneamente, anche l’offerta si è alzata molto, andando ad inasprire il già citato problema di liquidità.
Criptovalute: crash e risalita
Dopo il crash stiamo già osservando la rivalutazione. Al momento di stesura di questo articolo, il bitcoin (similmente alle altre cripto valute) vale $ 6,638: ha già avuto un aumento di valore del 85% rispetto al crash del 13 marzo (dove ha toccato i $3,596), rimanendo tuttavia 32% sotto rispetto al valore di febbraio ($9,745 al 4 febbraio). L’alta volatilità è nota, ma il 2020 sarà davvero l’anno della rivincita delle cripto?