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Tari e soldi
È una delle tasse più odiate dagli italiani e con la quale essi non hanno un buon rapporto, a partire proprio dal capire come si calcola il suo importo.
Stiamo parlando della TARI, la tassa sui rifiuti (come più comunemente è conosciuta). Ogni comune ed ogni regione ha un metodo di calcolo diverso a seconda dei servizi offerti e di quelle che sono le varie accise che, su questo importo, vengono applicate.
Entrando nel dettaglio è possibile capire, anche, se effettivamente paghiamo più del dovuto e, nel caso, cosa bisogna fare per poter richiedere un rimborso. Vediamo insieme.
TARI: come calcolarla
Quando parliamo di Tassa sui rifiuti, parliamo dell’imposta destinata a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Dallo scorso anno, questa tassa è andata a sostituire tutte quelle che precedentemente c’erano ed erano suddivise per vari settori, dalla raccolta differenziata a quello che era lo smaltimento vero e proprio dei rifiuti.
Ci sono, quindi, delle vere e proprie linee guida per capire se si paga il giusto importo per la Tari e, anche, quali sono le novità rispetto agli anni precedenti. È da notare che, dal 15 giugno 2023 è invece attivo anche il Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti. Partiamo dal presupposto che ogni singolo comune determina le tariffe in base a superficie e quantità di rifiuti prodotti o a quantità e qualità di rifiuti per unità di superficie, in relazione ad usi e tipologia delle attività e al costo del servizio sui rifiuti.
Paga la Tari chi ha:
- Un immobile;
- Se si è affittuari di un immobile e si ha un contratto di locazione da più di 6 mesi.
E’ esente dal suo pagamento invece:
- Le aree scoperte pertinenziali o accessorie a civili abitazioni, come ad esempio le cantine, le terrazze scoperte, i balconi, i giardini, i cortili o anche i posto auto scoperti;
- Le aree condominiali comuni.
Ecco chi deve pagarla e chi no
Sarà il Comune, come dicevamo, a dare il calcolo ed il costo della Tari direttamente al cittadino, attraverso la determinazione delle proprie tariffe. I Comuni possono determinare la propria tariffa commisurando la tassa al costo del servizio e alla quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie.
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https://www.pexels.com/photo/photo-of-plastic-bottles-2547565/
La tariffa da pagare si divide in una parte fissa (determinata in base alle corrispondenti essenziali del costo del servizio) e una parte variabile (calcolata in relazione alla quantità di rifiuti attribuiti, al servizio fornito e all’entità dei costi di gestione). Anche le scadenze sono fissate dai singoli comuni:
- 1° rata da pagare entro la fine di aprile;
- 2° rata da pagare entro la fine di luglio;
- 3° rata è il saldo da versare entro la fine dell’anno.
Per capire quanto effettivamente devi pagare per questa imposta, è bene visitare il sito del tuo Comune di residenza, nella sezione dedicata. Lì troverai tutte le informazioni che cerchi, nel modo più dettagliato.