La strana iniziativa dell’azienda che paga i suoi dipendenti per licenziarli: cosa sta succedendo e perché.
Una semplice parola può far tremare le gambe: licenziamento. Perdere il lavoro è uno dei più grandi incubi dei lavoratori, soprattutto per quelli che erano convinti di essersi sistemati a vita con un contratto a tempo indeterminato.
Pensare di dove continuare a pagare un mutuo, a mantenere la famiglia e fare la spesa senza un’entrata fissa garantita può causare un notevole stress nelle persone. Tuttavia, ci sono alcuni casi in cui le aziende sono costrette a prendere la difficile decisione.
Sono due i modi di lasciare il lavoro: con il licenziamento forzato imposto dal datore di lavoro, e l’uscita volontaria da parte del lavoratore. Nel primo caso, però, le aziende negli ultimi anni hanno cercato soluzioni più soft, offrendo degli incentivi economici ai lavoratori che accettano di lasciare il lavoro spontaneamente. Questo fenomeno prende il nome di “esodo incentivato” ed è un metodo usato dalle aziende per ridurre il personale con il minor numero di tensioni e conflitti.
Tuttavia, in questi casi i sindacati svolgono un ruolo centrale in quanto si assicurano che i dipendenti ricevano un compenso adeguato e abbiano accesso a percorsi di formazione e supporto per trovare un nuovo impiego.
Licenziamenti volontari: una scelta meno dolorosa
Quando un’azienda si trova in difficoltà economica, è spesso necessario ridurre i costi. I licenziamenti incentivati diventano una soluzione per evitare i licenziamenti obbligati, che rischiano di peggiorare il clima aziendale e minare la fiducia dei dipendenti. In questo modo, chi decide di andarsene lo fa con un risarcimento economico e con un certo grado di serenità.
I sindacati lavorano per garantire che gli accordi siano equi. Questo significa non solo offrire soldi, ma anche percorsi di supporto come corsi di aggiornamento professionale o aiuto nella ricerca di un nuovo impiego. L’obiettivo è dare ai lavoratori una vera possibilità di ricominciare, senza lasciarli soli dopo l’uscita.
Pagati per andarsene: così Benetton incentiva l’esodo volontario
Un esempio recente di questa pratica arriva dal gruppo Benetton. L’azienda ha deciso di offrire fino a 70.000 euro lordi a chi sceglierà di lasciare il lavoro entro il 15 gennaio. Questo incentivo è più alto del 30% rispetto ai precedenti, che si fermavano a 50.000 euro. L’accordo è stato raggiunto con i sindacati per affrontare la crisi economica dell’azienda senza ricorrere a licenziamenti forzati.
Oltre al denaro, Benetton offre anche un supporto concreto: percorsi di riqualificazione professionale del valore di 4.000 euro e la possibilità di lavorare per un anno con un’agenzia interinale per circa 20 dipendenti. Nonostante questa soluzione, i sindacati sono preoccupati per chi rimarrà in azienda. Infatti, a fine febbraio scadrà l’accordo sui contratti di solidarietà, e senza un nuovo piano, le condizioni lavorative rischiano di peggiorare.