Come ampiamente previsto da tre settimane i listini, in forte ipercomperato, aspettavano una notizia che consentisse loro di scendere a “riposarsi” un po’.
Non è parso vero ai mercati, in particolare all’ S&P di avere una buona scusa per portarsi a casa gli utili di una crescita dei primi 4 mesi del 2019 intorno al 18%. Lo storno è infatti tecnico e opportuno .
I livelli sono sempre quelli indicati ieri e cioè Ftse prima 21.000 poi 20.500 e infine 20.200, Dax 12.000 poi 11.600 e infine 11.300.
S&P arriverà a chiudere il gap lasciato aperto a 2.836 e poi dovrebbe fermarsi mentre lo Stoxx si fermerà a 3.275, poi riprenderà la salita.
Si tratta quindi di avere ancora pazienza per almeno ulteriori 2 punti percentuali al ribasso, poi, a meno che non siate marginati per aver opzioni o futures scoperti, bisognerà aspettare la fine di Maggio per tornare ai livelli di prima.
Infatti in mezzo ci saranno gli stacchi dei dividendi di moltissime società . Domani potrebbe essere un’altra giornata campale dato che Trump potrebbe decidere di sanzionare l’ Iran , già sanzionato in precedenza, per la sua volontà di riprendere l’attività sul nucleare. Questo avrebbe un forte impatto sui prezzi del petrolio. Patrick Shanahan , capo del Pentagono, ha già inviato bombardieri e una flotta in Medio Oriente in risposta alle minacce dell’ Iran. Il prezzo del petrolio dovrebbe salire ulteriormente.
Attenzione però, in questi flash crash, a mettersi corti . Gli algoritmi da 200 millisecondi a operazione ci mettono un attimo ad invertire le tendenze e si rischia di restare col cerino in mano.
L’imperativo è non vendere, stare alla finestra, aspettare con pazienza la fine dello storno e sfruttare le magnifiche occasioni che si verranno a creare dopo gli stacchi dei dividendi. In Italia, intanto, vola Amplifon, sorda alle minacce di Trump e guadagna addirittura il 9%. Bene Ferrari a +4% dopo le dichiarazioni dell’ AD che ha annunciato ” un magnifico primo trimestre”, e riparte Campari dopo una lunga pausa infrangendo per la prima volta il muro dei 9 euro (9.05). Crolla del 7.95% Fineco, seguita da Banco BPM e Saipem che perdono un 4% abbondante. Male in generale tutte le banche e i petroliferi.
Quindi calma, sangue freddo, e attesa. In un paio di giorni i minimi relativi verranno toccati , come sopra descritto, poi ci sarà una breve risalita, un altro mini crollo sotto dividendi e infine la strada verrà ripresa, perchè i fondamentali delle aziende sono buoni.
Un eventuale caduta del governo italiano, nonostante generi un po’ di incertezza, potrebbe non essere vissuta male dai mercati e quindi non dovrebbe costituire un pericolo. Molto pericoloso invece lo scontro tra i due colossi se dovesse finire male, ma speriamo si tratti solo di una tattica negoziale , magari un po’ eccessiva, di Donald Trump.