Secondo l’Ufficio Studi della BCE, le rinnovate difficoltà nell’attraversamento del Canale di Suez comporteranno un aumento dei prezzi, nei prossimi mesi, compreso tra lo 0,6 e lo 0,9%. Nulla di così preoccupante, visti i livelli raggiunti in tempi non così lontani, ma sufficiente per fare alzare ulteriormente la “guardia” e sconsigliare pericolose “fughe in avanti” in merito a politiche monetarie più “leggere”.
Praticamente scontato, quindi, che oggi la BCE, per l’ennesima volta, oggi, nella prima riunione dell’anno, lascerà le cose come stanno. E così dovrebbe essere ancora per diversi mesi: non a caso, se guardiamo al mercato futures, esiste solo un 15% di probabilità che a marzo la Banca Centrale Europea darà il via ai tagli (un po’ più alta la percentuale se si parla di FED: in questo caso, si arriva intorno al 45%).
In altri momenti, una tale “fotografia” non sarebbe stata particolarmente gradita ai mercati, che avrebbero dato segnali di nervosismo.
Così non è, invece, in questa fase: ieri Wall Street ha toccato nuovi massimi, con molti titoli che continuano a vedere le loro quotazioni salire (Microsoft, per es, ha superato i $ 3.000 MD). E anche le borse europee continuano a dare segnali di solidità.
Le motivazioni vanno ricercate nell’ormai diffusa convinzione che, per quanto nei prossimi mesi non si vedrà una crescita così forte, il rischio di una recessione sia ormai praticamente tramontato. Negli Stati Uniti, complice anche l’anno elettorale (Biden, già in evidente difficoltà, al punto che si moltiplicano le voci di un possibile “turn-over” in casa democratica, puntando su candidati più giovani, in grado di tener testa al “ciclone” Trump, farà di tutto per favorire la congiuntura economica), le cose stanno andando senz’altro meglio, con la stragrande maggioranza di economisti e gestori che addirittura iniziano a pensare che non ci sarà neppure “l’atterraggio morbido”.
Di pari passo alla fase economica vanno, ovviamente, i conti aziendali.
Se sino a qualche mese fa prevaleva un diffuso pessimismo sulla capacità delle aziende di mantenere i livelli di redditività, con previsioni di cali piuttosto evidenti degli utili aziendali, oggi, come già molte aziende hanno confermato pubblicando i dati riferiti al 2023, si stima che non solo il livello degli utili non diminuirà, ma addirittura dovrebbe crescere, anche se non con percentuali a 2 cifre.
Motivi più che validi per non cambiare il “sentiment” di mercato, “confidente” anche per la consapevolezza che rimangono importanti flussi di liquidità alla ricerca di rendimento, che aiutano a mantenere elevato il “risk-on” degli investitori (i “famosi” $ 5.300 attualmente “parcheggiati” in fondi monetari piuttosto che qualche altro centinaio impiegati in operazioni di Reverse depo).
Un atteggiamento che fa si che le tante questioni aperte (Medio oriente, Guerra in Ucraina, aumento dei costi dei trasporti marittimi per citare i “fronti più caldi”) non creino più di tante preoccupazioni, nella convinzione che, anche laddove non si risolvessero in tempi rapidi, neanche deflagrerebbero, riportando indietro il mondo.
Dopo i nuovi record di ieri a Wall Street, questa mattina i mercati del Pacifico danno segnali di ripresa.
La Banca Popolare della Cina ha lanciato un altro segnale importante, annunciando che taglierà il coefficiente di riserva obbligatoria per gli Istituti di credito. Ma non solo: con il 5 febbraio provvederà ad abbassare il cosi detto tasso Reserve Ratio Requirement (che aiuta a determinare la quantità di liquidità che le banche devono detenere), abbassandolo dello 0,50%. In altri termini, dovrebbero riversarsi sul mercato circa $ 140 MD di nuova liquidità. A cui si aggiungono nuovi provvedimenti, varati nella notte, per aiutare il settore immobiliare, come noto in una fase di particolare difficoltà.
Shanghai rimbalza di oltre il 3%, seguita da Hong Kong, dove l’Hang Seng sale dell’1,89%.
Appena sopra la parità, a Tokyo, il Nikkei.
Leggero calo per Mumbai, con il Sensex a – 0,7%.
Futures positivi a Wall Street, più altalenanti quelli europei.
Petrolio poco mosso, con il WTI sempre in area $ 75 (75,55, + 0,52%).
Gas naturale USA che continua la sua risalita: questa mattina fa segnare $ 2,787 (+ 5,30%).
Oro in leggero calo, a $ 2.017.
Spread a 155,9 bp.
BTP 3,89%, in leggero rialzo.
Bund sempre a 2,33%.
Treasury 4,15%.
€/$ 1,0885.
Bitcoin sui livelli di ieri ($ 40.058).
Ps: mai la striscia di Gaza, probabilmente, ha vissuto una fase di vita così drammatica. Ma “c’è ancora vita”, da quelle parti. In queste settimane è in corso la Coppa d’Asia di calcio. Fra le squadre partecipanti c’è la nazionale della Palestina. Per la 1° volta nella sua storia, ha raggiunto gli ottavi di finale. La vita, per fortuna, è fatta anche di queste cose.