Alla fine del 2009 George Papandreu, l’allora Primo Ministro greco, dichiarò che i precedenti governi, per favorire l’ingresso del Paese nell’Unione Europea, avevano falsificato i bilanci statali. Da quel momento ebbe inizio una crisi drammatica, non solo per il Paese ellenico, in cui si arrivò quasi a mettere in discussione la moneta unica. Tra il 2010 e il 2013 il Paese fu attraversato da una crisi pesantissima, che riuscì a superare con gli aiuti europei, erogati però a condizioni che fossero applicate misure “draconiane”, con tagli che provocarono una recessione durissima, con milioni di disoccupati e “nuovi poveri”. E ancora oggi quel Paese, pur avendo superato quel periodo pauroso, non viene certo preso ad esempio, anzi viene ancora considerato a rischio elevato (seppur il rendimento del loro debito pubblico sia simile al nostro, se non addirittura, in qualche caso, inferiore).
Quanto sta accadendo in Germania in questi giorni richiama, seppur lontanamente, quei fatti: un raffronto sicuramente eccessivo, ma che ci ricorda, in qualche modo, che “tutto il mondo è paese”.
Succede, infatti, che la Corte di Conti tedesca, l’organismo chiamato a vigilare sulla correttezza del bilancio pubblico, arrivi a criticare il Governo guidato dal Cancelliere Olaf Scholz.
Pare che la Bozza della Legge di Bilancio 2024 presenti gravi irregolarità. Il disavanzo effettivo (e quindi il deficit di bilancio) non sia di € 16,6 MD, ma di ben 5 volte superiore, arrivando alla “stratosferica” cifra di € 85,7 MD. Numeri superiori al tanto criticato bilancio italiano.
Tutto trae origine con l’emergenza Covid, a causa della quale i Governi di tutto il mondo si sono trovati nella necessità di varare politiche fiscali di favore per superare la crisi. Interventi che, nel caso della Germania, grazie ad una buona situazione in termini di debito pubblico, sono proseguiti in modo consistente anche dopo (basti pensare al Fondo straordinario per la Difesa da oltre € 100 MD al fine di ammodernare l’armamentario bellico o al Fondo per l’emergenza Clima da oltre € 200 MD). Interventi che hanno prodotto, secondo i giudici tedeschi, una sorta di “bilanci ombra”, creando una contabilità alternativa, con l’obiettivo di nascondere il vero, ben più pesante, indebitamento del Paese.
Già in una situazione normale la cosa risulta essere piuttosto grave. Ma lo diventa ancor di più nel momento in cui il tutto succede nel Paese che più di tutti, in Europa, è “paladino” del rigore e dei “conti in ordine”, anche grazie alla indiscutibile leadership economica e al fatto di essere uno dei Paesi fondatori della UE. Sempre secondo i membri della Corte di Conti, non sono chiare le coperture delle spese (sempre crescenti), elemento indispensabile per garantire la solidità di bilancio (in Italia, in queste settimane, sono iniziate le discussioni sulla nuova Legge di Bilancio 2024 e uno degli elementi di maggior preoccupazione è il reperimento delle risorse – appunto le coperture – destinate a coprire le spese che ne entreranno a far parte).
Insomma, viene da pensare che ai tedeschi “piace vincere facile”: non solo partono avvantaggiati, rispetto a molti atri loro partners europei, grazie ad un debito pubblico che li mette al sicuro, ma arrivano a “trucchi di bilancio” per superare quelle regole che loro stessi ritengono indispensabile applicare ai Paesi più in difficoltà e che “fanno resistenza”, pena, a detta loro, la solidità dei conti europei e il concetto stesso di Europa.
Ancora una volta, ieri, si è avuta conferma del ruolo guida dei mercati americani: in concomitanza della loro chiusura per il Labor day, infatti, i mercati occidentali sono parsiincapaci di mantenere una rotta, per quanto la giornata fosse iniziata con gli indici del Far East in netto rialzo.
Questa mattina a dominare, invece, è un atteggiamento di prudenza: Shanghai lascia sul terreno circa lo 0,75%, mentre ben maggiore è il calo di Hong Kong, dove l’Hang Seng perde circa il 2%.
“Si salva” Tokyo, con il Nikkei in salita dello 0,30%.
Sulla parità Seul, dove l’inflazione continua a non dare tregua: dal 2,3% di luglio è passata, infatti, al 3,4%, mentre gli analisti si aspettavano il 2,9%.
Mercati europei ed americani previsti con aperture in ribasso, con i futures in calo tra lo 0,20 e lo 0,45%.
Petrolio sempre sostenuto, con il WTI ai massimi dallo scorso mese di novembre ($ 85,73).
Gas naturale Usa a $ 2,636 (- 4,77%).
Leggero calo anche per l’oro, che apre la giornata a $ 1.943,80.
Non hanno fatto bene agli spread le parole di ieri della Lagarde, che ha fermamente ribadito la necessità di riportare in tempi brevi l’inflazione al livello di guardia del 2%.
Quello italiano tocca questa mattina i 170 bp, con il BTP decennale tornato al 4,28%.
Bund tedesco a 2,57%.
Treasury Usa 4,21%.
€/$ sempre “in quota”, a 1,0768.
Nuovamente in calo il bitcoin, che questa mattina tratta a $ 25.689.
Ps: questa estate verrà ricordata, oltre che per il caldo torrido, per la “campagna acquisti” di molti fuoriclasse (ma anche di calciatori che fenomeni non sono) pagati a peso d’oro da parte di società calcistiche dell’Arabia Saudita. Campagna che ora pare allargarsi ad altri settori. Tra questi quello medico-sanitario. E’ iniziata, infatti, una sorta di “fuga” verso quei paesi da parte del personale specializzato, con stipendi che possono arrivare anche a $ 20.000 al mese. Un’enormità se rapportata anche alla criticità e alla precarietà in cui versa, nel nostro Paese, il settore sanitario.