Le concessioni balneari sono una particolare forma di concessione di diritti di proprietà pubblica, ma come si ottiene e quanto costa?
Si tratta di un contratto stipulato tra una parte pubblica, come una regione, una provincia, un comune o un ente pubblico, e una parte privata, come un privato proprietario di una zona balneare, una spiaggia, un porto o un’area marina.
In questo tipo di contratto, l’ente pubblico concede alla parte privata un diritto di uso della zona balneare o del porto, a condizione che l’utilizzo dello stesso sia conforme alle normative vigenti. Questo diritto può essere concesso per un periodo di tempo definito, in genere da uno a dieci anni, a condizione che i termini della concessione vengano rispettati.
Le concessioni balneari possono essere fatte per diversi usi, come, ad esempio, l’uso ricreativo, l’utilizzo commerciale, l’utilizzo industriale, l’uso agricolo, l’utilizzo per la pesca, l’utilizzo per la navigazione, l’utilizzo per le attività di costruzione, l’utilizzo per attività di ricerca o di studio.
Le concessioni balneari sono regolamentate dalle leggi nazionali e regionali.
Come fare ad aprire uno stabilimento balneare
Aprire uno stabilimento balneare è una sfida commerciale che può riservare grandi soddisfazioni a chi è in grado di gestirlo con cura.
Per farlo, tuttavia, è necessario seguire un percorso ben preciso:
- innanzitutto, bisogna richiedere la concessione demaniale marittima presso il competente ufficio marittimo regionale;
- si procede poi con l’autorizzazione unica ambientale, l’iscrizione dell’azienda nel registro camerale, l’attestazione di frequenza di un apposito corso di formazione, le autorizzazioni relative ai servizi accessori (bar, ristoranti, ecc.)
- infine l’assunzione di un commercialista di fiducia.
Occorre ricordare, inoltre, che la riforma sulla concorrenza ha stabilito che le concessioni balneari debbano essere assegnate tramite gara pubblica entro il 31 dicembre 2023. Pertanto, è necessario rispettare le disposizioni della proroga affinché la riassegnazione delle concessioni balneari avvenga entro la fine dell’anno.
La concessione demaniale marittima: cos’è e come si ottiene
Per poter aprire uno stabilimento balneare è necessario innanzitutto ottenere una concessione demaniale marittima, rilasciata dall’autorità competente del proprio Comune. La concessione è un permesso, a tempo determinato, che permette di utilizzare un tratto di costa esclusivo dello Stato e di potervi costruire uno stabilimento balneare.
La durata della concessione può variare da un minimo di 5 anni a un massimo di 20, in base alle leggi regionali. In alcuni casi, è previsto un rinnovo automatico, ma spesso è necessario partecipare a un concorso di gara. In alternativa, è possibile anche rilevare uno stabilimento esistente da un gestore, e ristrutturarlo a proprio piacimento per renderlo più attraente.
Innanzitutto, bisogna presentare una domanda di apertura di una nuova impresa presso lo Sportello Unico delle Attività Produttive, e munirsi della partita IVA: solo in questo modo si può registrare l’attività presso la Camera di Commercio.
Successivamente, si dovrà contattare l’INPS e l’INAIL per iscrivere tutti i lavoratori dipendenti e collaboratori, e frequentare un corso di formazione, che prepari il titolare a svolgere la propria mansione in modo consapevole e rispettoso delle leggi in vigore.
Come responsabile dello stabilimento balneare, bisognerà poi garantire la sicurezza dei clienti, assicurandosi che tutti gli elementi, le attrezzature e i luoghi non rappresentino un pericolo diretto per loro.
I costi per aprire uno stabilimento balneare
Aprite uno stabilimento balneare non è un’operazione economica di poco conto.
Il costo totale dipende da diversi elementi, tra cui l’estensione del lotto ottenuto tramite asta pubblica, la quantità di concorrenti che partecipano all’asta, e il costo della struttura principale.
Solitamente, si dovrà considerare una cifra di alcune centinaia di migliaia di euro solo per la concessione e la struttura principale. Inoltre, bisognerà aggiungere al conto i costi dell’attrezzatura necessaria, come ombrelloni, sedie a sdraio, passerelle, e quelli di eventuali strutture aggiuntive, come un bar o un ristorante.
Si dovranno calcolare anche le spese per il personale e le forniture, come acqua, gas e corrente elettrica.