Con la loro incidenza sul riscaldamento globale, i gas a effetto serra di origine antropica sono i principali responsabili dell’alterazione del naturale equilibrio del pianeta.
La conseguenza più evidente è l’aumento dei fenomeni climatici potenzialmente dannosi per gli ecosistemi, che distruggono la biodiversità , minacciando l’ambiente e la vita sulla terra.
Per contrastare questi effetti, molte aziende di piccole e di grandi dimensioni hanno scelto di aderire a un modello di business più virtuoso che ha come obiettivo il raggiungimento della carbon neutrality: a guidarle, la certezza che le azioni di oggi influenzeranno il benessere futuro e che solo con l’impegno globale si potrà assistere a una riduzione delle conseguenze legate ai cambiamenti climatici.
Come raggiungere la carbon neutrality in azienda
Essere carbon neutral significa acquisire una nuova consapevolezza fatta di azioni sostenibili, che hanno inizio con il calcolo dell’impronta di carbonio prodotta e proseguono con il suo completo bilanciamento.
In particolare, affinché un’azienda possa diventare carbon neutral è necessario compensare la cosiddetta anidride carbonica equivalente – COâ‚‚ eq: un valore complessivo, che annovera tutti i sei gas a effetto serra – tra i quali anche l’anidride carbonica – che finendo nell’atmosfera concorrono allo sviluppo del fenomeno del riscaldamento globale.
L’iter che permette di diventare carbon neutral coinvolge tutta la catena del valore e può essere intrapreso aderendo ad appositi programmi finalizzati alla compensazione dell’impronta di carbonio. Tra questi è possibile annoverare Up2You Carbon Neutral, un percorso sviluppato dalla B Corp italiana autorizzata alla gestione di crediti di carbonio certificati dagli enti terzi Verra e Gold Standards.
Il calcolo della Carbon Footprint aziendale, naturalmente, deve conto di ogni elemento della catena del valore, vale a dire i processi di produzione nella loro interezza, il trasporto di materie prime e merci, l’utilizzo di prodotti consumabili, ma anche il riscaldamento degli ambienti, le trasferte professionali e il quantitativo di energia assorbita dalla rete per la conduzione di ogni genere di attività .
Tale procedura ha come obiettivo quello di delineare con estrema puntualità l’impatto che l’impresa, per ogni anno di esercizio, ha sull’ecosistema: proprio per questo dev’essere effettuato da realtà specializzate nel raggiungimento della neutralità carbonica per il settore corporate.
Una volta definito il quantitativo di CO₂ eq annuo, eventualmente identificando anche i processi che influiscono maggiormente sul livello di emissioni, si dà inizio al vero e proprio percorso verso la carbon neutrality, che può prevedere un piano di riduzione e una parallela fase di compensazione della quota di emissioni che non è possibile eliminare del tutto.
Il bilanciamento della COâ‚‚ eq residua avviene attraverso l’adesione a una serie di progetti dall’elevato valore ambientale e sociale, come quelli del programma Verified Carbon Standard (VCS), che trasforma le iniziative volte alla mitigazione del clima in crediti di carbonio acquistabili per compensare le emissioni prodotte.
L’acquisto dei crediti di carbonio collegati ai progetti attesta la cattura o la mancata emissione di COâ‚‚ eq.
Tali iniziative – sempre certificate e aderenti a standard scrupolosi – permettono in particolare di generare un impatto positivo con azioni mirate e concrete, che puntano alla salvaguardia delle foreste, all’incremento di progetti basati sulle energie rinnovabili, alla tutela degli ecosistemi terrestri e marini e al raggiungimento degli obiettivi del cosiddetto sviluppo sostenibile.
Carbon neutrality: perché è il futuro delle aziende sostenibili
Essere carbon neutral oggi è un valore aggiunto per tutte le aziende. Il bilanciamento delle emissioni di gas a effetto serra favorisce l’adozione di nuova immagine pubblica e può diventare un percorso piuttosto importante per tutte quelle aziende che, alla luce della nuova presa di coscienza, dopo anni di progetti poco sostenibili, sentano l’esigenza di riqualificare i loro processi alla luce di azioni più virtuose.
Inoltre, può contribuire ad attrarre tutti quegli investitori che puntano a ridurre al minimo i rischi esponendosi solo di fronte a compagnie protese a progettare un futuro a emissioni nette zero.