Sono in tanti ormai che si chiedono cosa bisogna aspettarsi per questo inverno, e se da un lato arrivano rassicurazioni da parte del governo, dall’altro il clima è sempre più teso e i cittadini mantengono la loro preoccupazione ormai sempre più crescente.
Il Ministro dell’Ecologia Roberto Cingolani ha riferito che, salvo eventi catastrofici, tutto dovrebbe essere sotto controllo, questo grazie al piano messo in atto che dovrebbe consentirci di restare coperti.
La situazione però, ci fa sapere, andrà monitorata di giorno in giorno, soprattutto sulla base del prezzo della materia prima in Europa.
La Russia blocca le forniture del gas all’Italia
Sono tante le preoccupazioni che investono l’Italia in questo periodo, a partire dai costi dell’energia elettrica, fino ad arrivare a quello del gas. Una situazione che ci fa capire ancor di più quanto sia importante restare aggiornati e sapere, ad esempio, come funziona il prezzo unico nazionale.
Altro grande dubbio arriva con la notizia datata il primo ottobre da parte di Gazprom, in cui è stato annunciato ufficialmente lo stop alle forniture di gas russo all’Italia.
Il motivo sarebbe da collegare all’impossibilità di consegnare i volumi richiesti attraverso l’Austria. Flussi di gas russo che sarebbero stati destinati all’Eni e che avrebbero dovuto passare attraverso il punto di ingresso di Tarvisio.
Il funzionario Eni ha fatto però sapere che l’Austria sta invece continuando a ricevere gas attraverso il punto di consegna al confine tra la Slovacchia e l’Austria e che, da parte sua, l’Eni sta ancora cercando di capire con Gazprom se sia possibile riattivare i flussi verso l’Italia.
Nuvola di gas, quali sono i rischi per l’uomo
La prima perdita di gas metano è stata rilevata nel bacino danese di Bornholm, la più importante discarica di armi chimiche di tutto il Mar Baltico e questo a detta dell’Agenzia finlandese per l’Ambiente.
È stato subito riferito, però, che visto che le perdite di gas sulle armi chimiche sono comunque sepolte a diversi chilometri di profondità , il loro effetto dovrebbe essere per fortuna minimo.
La situazione conserva ancora però un margine di incertezza, ed è per questo che resta ancora continuamente monitorata insieme all’Istituto del Trattato di proibizione delle armi chimiche dell’Università di Helsinki.
Per quanto riguarda la nube di metano che si è levata sui Paesi scandinavi, ad oggi quel che si sa è che si è divisa in due, e attualmente una parte è diretta verso il Nord, mentre l’altra sta raggiungendo la Francia e la Gran Bretagna.
Per quanto riguarda l’Italia, contrariamente alle previsioni iniziali, è difficile che il gas riesca ad arrivare qui da noi e, anche dovesse succedere, questo sarebbe comunque troppo in alto nell’atmosfera. Per fortuna, quindi, non ci dovrebbero essere conseguenze sulla nostra salute.
Com’è la situazione in Europa
Ad oggi, dopo la preoccupante notizia della fuga di gas da Nord Stream, tutti i ministri dell’Energia dei Paesi europei interessati, con una responsabilità sui consumi per circa l’80%, si sono organizzati per poter trovare un punto d’incontro.
La questione su cui si discuterà è quella delle misure necessarie da adottare per poter cercare di contenere il prezzo del gas importato nell’Ue. Un prezzo che andrà poi successivamente presentare alla Commissione.
Tra il 6 e il 7 ottobre si terrà infatti a Praga un Consiglio informale dei leader, dove i ministri vorrebbero già aver delineato la situazione e avere idee condivise da discutere con tutti gli Stati membri su come fare per contenere i prezzi del gas.
L’obiettivo finale è quello di arrivare a una proposta legislativa che possa essere condivisa da tutti gli Stati membri. Quel che si sta facendo è lavorare su un range di prezzo che possa seguire le leggi di mercato, con una variazione però che non sia del tutto fuori controllo.
Un’ipotesi plausibile potrebbe essere quella di indicizzare il costo del gas, seguendo qualcosa di diverso rispetto al TTF, ovvero il Title Transfer Facility. Parliamo del mercato all’ingrosso del gas naturale che ha sede in Olanda.
Di certo, grazie alla spinta del Governo Draghi qualche passo avanti è stato fatto negli ultimi tempi e, soprattutto, la Commissione Ue si è impegnata a redigere una bozza seguendo le indicazioni degli Stati membri.
Calcoliamo che l’aumento medio delle bollette dell’ultimo trimestre superava addirittura la soglia del 50%. Un piano di azione è quindi più che mai necessario in questa situazione.