Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, l’Italia ha dimezzato le forniture di gas dalla Russia, con l’obiettivo di raggiungere l’indipendenza entro il 2024, crescita del PIL del 6,6% nel 2021, con una crescita acquisita per l’anno in corso del 3,4%, superiore a quella di Francia e Germania, tasso di occupazione al livello più alto dal 1972, debito pubblico che nel 2021 si è ridotto del 4,5%, con un calo previsionale di un altro 3,8% per il 2022, cosa che, se dovesse avverarsi, porterebbe al maggior calo in un biennio a partire dal dopoguerra.
Eppure….
Eppure preferiamo un “salto nel buio”, con un Parlamento che ha deciso di “mettere alla porta” quello che, probabilmente, è stato tra i migliori, se non il migliore, Presidenti del Consiglio che il nostra Paese abbia avuto. Gli oltre 32 applausi e le 2 standing ovation che gli sono stati riservati ieri al Meeting di Rimini, per quanto provenienti da una platea limitata, non completamente rappresentativa dell’elettorato e della base sociale, non sono altro che la conferma dell’apprezzamento che la “gente comune” nutre nei confronti di Mario Draghi.
Ancora una volta, più ancora dei contenuti, a colpire sono la sua efficacia comunicativa, la sua concretezza, il suo chiamare per nome i problemi, il non nascondersi dietro alibi, il non cercare scorciatoie, la sua chiarezza programmatica. Insomma, più che “l’agenda Draghi” il “metodo Draghi”, un insieme di aspetti che non fanno che rafforzare la sua immagine e la sua credibilità.
Un discorso, quello di ieri, che molti osservatori politici leggono come un “avviso ai naviganti”, in cui sono stati toccati alcuni punti ritenuti imprescindibili per l’Italia, indipendentemente da quello che sarà il “colore” del futuro Governo: solidarietà all’Ucraina, appartenenza alla Nato, attenzione ai conti, senza pericolosi “salti in avanti” (tipo flax tax), con un equilibrio di bilancio che deve derivare anche dalla lotta all’evasione, pericolo di pulsioni protezioniste e isolazioniste (ricordando che il nostro debito pubblico è ancora detenuto, per il 25%, da investitori esteri), rispetto degli impegni assunti nei confronti dell’Europa e dei Paesi partner, che hanno permesso lo stanziamento di € 191,5 MD previsti dal PNRR, che deve essere il “mantra” per qualsiasi esecutivo, tetto ai prezzi del gas su base europea. Insomma, se non è un vero e proprio programma di governo, poco ci manca.
A migliaia di chilometri da noi, inizia oggi un altro meeting, non per questo meno importante, anzi. A Jakson Hole, nel Wyoming, infatti, apre le porte il tradizionale simposio della FED Usa, con l’intervento di banchieri centrali ed economisti: una 3 giorni da cui dovrebbe uscire un quadro un po’ più preciso sulla situazione economica e, soprattutto, quello che ci aspetterà nei prossimi mesi (anche se l’anno scorso Powell non è che ci abbia azzeccato molto, in special mondo quando sostenne – ma era in buona compagnia – che l’inflazione sarebbe stato un fenomeno temporaneo). Domani, alle ore 16.00 italiane, proprio il Presidente della FED terrà il suo intervento, a cui i mercati guarderanno con grande attenzione (già ieri sembrano aver iniziato l’attesa, non prendendo una direzione precisa). Appare peraltro molto probabile la conferma di politiche monetarie ancora restrittive, per quanto l’allarme recessione orami sia scattato un po’ ovunque: il dubbio non è quindi se le Banche Centrali ritoccheranno o meno i tassi, ma di quanto lo faranno. Le stime sono ancora di un rialzo dello 0,75% in USA, anche se l’inflazione a luglio è scesa all’8,5% dal 9,1% di giugno, e dello 0,50% in Europa, dove invece era all’8,9%. Secondo alcuni osservatori, le Banche Centrali starebbero loro stesse spingendo verso la recessione (i cui segnali cominciano ad intravedersi, vedi il crollo delle vendite di case a luglio negli USA), aumentando i tassi con forza, per poi avere più frecce al loro arco per intervenire e far ripartire l’economia.
Come detto, ieri i listini si sono posizionati in “modalità stand-by”, con oscillazioni modeste.
Questa mattina, arrivano segnali positivi da quelli asiatici, con tutte le piazze in rialzo: Nikkei + 0,58%, Shanghai + 0,93%, Hong Kong + 2,77%, Kospi Seul + 1,22%.
Futures forti ovunque, con rialzi vicini o superiori all’1%.
Ancora in rialzo il petrolio, con il WTI che questa mattina supera i $ 95.
Gas naturale USA a $ 9,284, in calo dello 0,66%.
Riparte da € 288 invece il megawattora, dopo che ieri ad Amsterdam aveva superato i 300€.
Oro a $ 1.764 (+ 0,63%).
Spread in leggero calo, a 228bp, con il BTP comunque sempre oltre il 3,6% (ieri è arrivato a toccare il 3,7%).
Treasury Usa al 3%.
Rivede la parità l’€, che questa mattina si porta a 1,0009.
Bitcoin a $ 21.695, + 1,35%.
Ps: il Real Madrid, probabilmente, è, non solo calcisticamente parlando, ma anche in termini aziendali (ma le 2 cose non sono tra loro indipendenti), la squadra più forte (e conosciuta) al mondo. Peraltro, visto che le origini dell’allenatore (il “mitico” Carlo Ancelotti), un pizzico di italianità era già presente. Da oggi lo sarà ancora di più: infatti è stato siglato un accordo (che sarà presentato il 30 settembre prossimo) che prevede che Zegna sarà partner ufficiale Luxury Travelwear per il Club più vincente al mondo.