La chiarezza paga.
Questa è la considerazione che possiamo trarre dalla giornata di ieri.
Breve passo indietro. Sui mercati aleggiava (aleggia) da tempo la preoccupazione che la fine delle politiche espansive da parte delle Banche Centrali avrebbe provocato sconquassi e lasciato uno strascico di macerie. A fronte di dati che confermavano la forza della ripresa e, ancor di più, quella del rialzo dei prezzi un po’ ovunque, ma in modo particolare negli USA, seppur il tutto sempre sotto la grande incognita di una pandemia che non accenna a diminuire, era un susseguirsi di ipotesi su quelle che sarebbero state le decisioni della FED alla fine della “2 giorni” (martedì e mercoledì) del Comitato Direttivo. Tutti, o quasi, con “l’elmetto”, visto il profilarsi di un periodo di “guerriglia”.
Ieri l’andamento di Wall Street era assolutamente in linea con uno scenario in cui l’incertezza era palpabile.
Poi succede che Powell inizia a parlare e comunica le decisioni assunte dalla Banca Centrale americana. E i listini prendono la rincorsa che porta il Nasdaq a chiudere a + 2,35% e il Dow Jones a + 1.08%. Cosa potrà mai aver detto per permettere uno scatto così violento? Nell’ordine:
- La diminuzione degli acquisti di bond non sarà di $ 15 MD mese ma di $ 30 MD mese: con marzo 22, quindi, gli acquisti giungeranno a termine;
- i tassi per il momento non si toccano;
- la FED è pronta, nel caso l’inflazione, ormai, come sappiamo, non più transitoria, non dovesse scendere, a procedere con 3 aumenti già nel 2022, a cui potrebbero seguirne altri 3 nel 2023 e altre 2 nel 2024 (sempre che permanga una situazione di rischio di “surriscaldamento” dell’economia);
Cose che, ovviamente, erano nell’aria. Ma, al di là del contenuto, il “metamessaggio” che la FED ha voluto trasmettere è: tranquilli, controlliamo perfettamente la situazione, e siamo consapevoli di quali siano le leve che dobbiamo manovrare (oltre che, fondamentale, i tempi in cui eventualmente dovremo farlo) per far si che la crescita continui e, allo stesso tempo, i prezzi tolgano ossigeno (e fiducia) alle famiglie e alle imprese. Insomma, guardiamo avanti con fiducia: nessun rischio di stagflazione (prezzi alti, crescita bassissima o nulla del PIL), il “male assoluto” per le economie (anche se il Wall Street Journal evoca, almeno parzialmente, questo scenario). Tant’è vero che per il 2022 Powell ha fissato la crescita del PIL al 5,5% (leggermente sotto il precedente + 5,9%), mentre ha alzato al 4% (dal 3,8%) quella del 2023, con una disoccupazione che l’anno prossimo è data al 3,5% dall’attuale 4,2%.
Oggi altro “giro”: come noto, infatti, sarà il turno della BCE. Le attese sono che la “pazienza” che ha contraddistinto l’azione dell’organismo monetario europeo verrà confermata, mantenendo invariati gli interventi, lasciando arrivare a scadenza il PEPP e “bilanciandolo” con un aumento del “QE” (denominato APP).
“Gli USA chiamano, l’Asia risponde”: così verrebbe da dire questa mattina guardando i listini del Far East.Il “traino” di Wall Street si fa sentire: Nikkei + 2,13%, Shanghai+ 0,75%, Hang Seng + 0,25%, ancora “ancorata” dai titoli tech.
Futures impostati per una partenza “sprint” dei listini, con rialzi che in Europa sfiorano l’ 1% e superano lo 0,50% negli USA.
Materie prime tutte in rialzo: petrolio (WTI) + 1,19% ($ 71,79), gas naturale + 2,79% ($ 3,916), oro $ 1.787 (+ 1,17%).
Spread in leggera diminuzione (126 bp), con il rendimento del BTP che scende a 0,90%. Treasury sempre intorno a 1,40%.
Appena debole il $, con l’€/$ a 1.13.
Ossigeno anche per il bitcoin, in salita a $ 48.950 (+ 1,80%).
Ps: quando pensiamo ai giocatori di basket pensiamo ad “armadi” di 2 mt per 100kg e più di peso. Ma ci sono anche quelli “normali”, almeno per quanto riguarda altezza e peso. Essere alti 1,88 e pesare “solo” 84 kg non sono certo misure da “superman”. Ma per essere “superman”, nel basket, non sempre servono l’altezza e una potenza fisica leonina. E’ “sufficiente” (…) la “mano”. E’ il caso di Stephen Curry, la star dei Golden State Warriors di New York, che ieri ha superato le 2977 triple (vale a dire ha centrato il canestro con tiri da 3 punti) in carriera, superando il record di Ray Allen. Come dire, Stephen Curry, uno di noi…