Credo che tutti, chi più chi meno, più di una volta nella vita ci siamo trovati a fare i conti con comportamenti in contraddizione con le nostre idee o, per lo meno, rispetto a decisioni che pensavamo definitive. Al punto da sfociare, spesso, in apparente incoerenza, se non addirittura in paradosso. Se ben guardiamo, tutti noi possiamo avere tantissime personalità: banalmente, solo per citare alcuni esempi, predicare il rispetto per l’ambiente e però lasciare luci accese ovunque, incuranti dei consumi elettrici, essere amorevoli con i nostri figli e magari durissimi con altre persone, o trasformarci da persone tranquille a individui quasi aggressivi pensando al tifo.
Analogamente, in una situazione che verrà ricordata dai libri di storia per la sua gravità e drammaticità, per non parlare dei cambiamenti sociali che sta provocando, scopriamo che, a distanza di neanche 2 anni, che mai le aziende (che poi sono forse lo “specchio” più evidente dello stato dell’economia) sono andate così bene.
Si calcola che quest’anno verranno distribuiti, nel mondo, circa $ 1.460 MD di dividendi (almeno così evidenzia uno studio di Janus Henderson, società di Asset Management americana), numero che supera del 15.6% quanto fatto registrare nel 2020. Ma sin qui, come recita uno spot che va per la maggiore, “ci piace vincere facile”: non è certo il 2020 un anno che può essere preso a riferimento.
Guardiamo allora al 2019, un anno in cui i dividendi distribuiti nel mondo avevano toccato il proprio record. Ebbene, scopriamo che ci si era fermati a $ 1.429 MD: sono bastati quindi poco più di 12 mesi per ritoccare un primato che fotografava economie in ottima salute. Il nostro paese contribuirà per circa l’1,2% alla “torta”, con dividendi pari, in termini assoluti, a circa $ 17.5 MD (2 anni fa erano stati $ 16 MD). Un ruolo importante lo ha avuto la BCE, che ha “liberato” (insieme ad altri Paesi, quali la Gran Bretagna e l’Australia) la distribuzione dei dividendi da parte del settore bancario, che ha (soprattutto per quanto ci riguarda, visto il peso di Istituti di Credito e Compagnie di Assicurazione, nonché società finanziarie, sul nostro listino) raggiunto numeri molto significativi. A parte il settore creditizio-finanziario, peraltro un po’ tutti i settori hanno contribuito all’ottenimento di numeri impensabili sino ad inizio anno.
Forse anche alla luce di questo sembrano crescere le contrapposizioni tra “falchi” e “colombe”.
Non passa giorno, oramai, che le 2 scuole di pensiero non trovino occasione per fronteggiarsi: ne abbiamo avuto un esempio ancora ieri Da una parte la BCE, la cui Presidente, Christine Lagarde, ancora una volta ha confermato che per tutto il 2022 è impensabile, da parte della Banca Centrale, una manovra sui tassi, non ritenendo l’inflazione un problema così grave e duraturo. Dall’altra parte, in questa occasione, troviamo le Banche tedesche: Christian Sewing, Ceo di Deutsche Bank, ma, soprattutto, Presidente dell’Associazione delle Banche tedesche, ha detto che portare avanti politiche monetarie accomodanti può essere molto pericoloso ed avere conseguenze nefaste sull’economia, creando problemi sempre più gravi e difficili da risolvere (ricordiamo che in Germania l’inflazione è arrivata, ad ottobre, al 4,5%, un livello che per un Paese come il nostro, che ha vissuto a lungo con inflazioni a 2 cifre, o comunque in prossimità di quel livello, può sembrare non così grave, ma per chi ha vissuto la Repubblica di Weimar evoca uno dei periodi più cupi della propria storia).
Nella notte mercati asiatici in crescita: di certo ha aiutato il summit “notturno” (per noi europei) tra i Cina e USA, con i 2 Presidenti Xi Jinping e Biden collegati in teleconferenza. Dalle prime indiscrezioni, nessun tema strategico sarebbe stato toccato, limitandosi, per così dire, a ristabilire rapporti “di buon vicinato” (peraltro assolutamente importanti per gli equilibri mondiali). Il Nikkei di Tokyo chiude a + 0,11%, mentre Hong Kong sale di oltre l’1%. Appena sotto la parità, al momento, Shnaghai, a – 0,11%. Da notare che proprio ieri in Cina si è inaugurata il terzo mercato borsistico del Paese, con l’avvio delle contrattazioni del BSE (Beijing Stocl Exchange di Pechino), che si affianca a Shanghai e Shenzen.
Futures intorno alla parità su tutte le piazze
Petrolio in risalita, con il WTI a $ 81.65 (+ 0,84%). Gas naturale a $ 5,086, + 1.26%.
Oro ancora in rialzo, a $ 1.867.
Scivola invece lo spread, a 121 bp (anche se questa mattina appare in lieve recupero). BTP sempre vicini all’1%.
Treasury USA di nuovo a 1.60%, dall’1.55% di ieri.
Riprende la corsa del $, che “rompe” il muro di 1,14 vso €, portandosi a 1,1374.
In caduta il bitcoin, che perde oltre il 7% e ritorna di colpo a $ 60.000.
Ps: e così, per la seconda volta in 4 anni, l’Italia si gioca allo spareggio l’accesso ai mondiali di calcio. Eppure sono passati solo 4 mesi dalle “notti magiche” europee. La conferma che non si vive sugli allori. Regola fondamentale nello sport, ma forse ancor di più nella vita.