La scadenza dell’acconto IRAP 2021 si avvicina, vediamo qual è il termine ultimo per il pagamento di quest’imposta sulle attività produttive
L’IRAP è l’imposta regionale sulle attività produttive. È uno degli obblighi fiscali che gravano sulle aziende e società insieme all’IRES (Imposta sul Reddito delle Società). È stata introdotta nel 1998 dal Governo Prodi a sostituzione di altri sei tributi comunali e nazionali. Il gettito fiscale che da essa deriva viene per la maggior parte allocato per finanziare la sanità pubblica.
Come si calcola
Fra le imposte che gravano sulle imprese italiane l’IRAP tende ad essere la più pesante per tutte quelle attività che hanno all’interno del proprio organico un numero di dipendenti più elevato. Questo perché all’interno della sua base imponibile (ovverosia l’ammontare dalla quale si ricava il dovuto) è compreso anche il costo del lavoro, cioè gli stipendi dei lavoratori.
Su questa base imponibile si calcola quindi il 3,90%, che rappresenta il dovuto. Le regioni (che percepiscono direttamente il tributo) hanno facoltà di aumentare o diminuire dello 0,92% l’aliquota.
Quali sono le scadenze annuali
Come quasi tutte le imposte sul reddito di persone fisiche e giuridiche, anche l’IRAP si paga mediante il versamento di saldi e acconti. Ciò significa, per esempio, che un’impresa che ha aperto nel 2020 dovrà pagare soltanto nel 2021 il saldo dell’anno precedente e, in questo caso, i due acconti per l’anno 2022. Il 30 giugno rappresenta il termine ultimo per pagare il saldo e il primo acconto, mentre il 30 novembre tocca pagare il secondo acconto.
Come molti ricorderanno, nel 2020 (e solamente per quell’anno) l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte ha previsto la sospensione dell’IRAP per tutte le imprese con un fatturato che non superasse i 250 milioni di euro. Ciò per aiutare le imprese ad affrontare la crisi pandemica in corso. Sempre con lo stesso provvedimento sono cambiate le proporzioni dei due acconti dovuti annualmente. Da 40% sul primo e 60% sul secondo, adesso sono diventati entrambi d’importi che si attestano sul 50% ciascuno.